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Cronache
Matteo Renzi e il mistero dell'acconto da 400mila euro per acquistare la villa

Matteo Renzi e la villa milionaria. Detto così, sembrerebbe il titolo di un film, un film dal finale a sorpresa. Già, perché lo scoop della Verità, quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, e soprattutto la risposta dell'ex segretario dem hanno lasciato più interrogativi che risposte.

Intendiamoci, nessuno si stupisce che un ex presidente del Consiglio ed ex sindaco di una città come Firenze possa permettersi di accendere un mutuo per l'acquisto di una villa. La questione tuttavia nasce nel momento in cui tale ex presidente del Consiglio ed ex sindaco va in Tv poco prima delle elezioni a esibire  orgoglioso un conto corrente con un saldo di "soli" quindicimila euro, dimostrando così di non essersi arricchito con la politica. 

Questo sfoggio di virtù dal sapore piuttosto "grillino", tuttavia, stride con quell'acconto di 384.141 euro, ovvero la somma che - divisa in quattro assegni circolari del Banco di Napoli - è stata anticipata quale caparra per l'acquisto della suddetta villa in via Tacca a Firenze.  

Scrive Massimo Malpica sul Giornale: "Ieri l'ufficio stampa [di Renzi] ha smentito che ci sia già stato un acquisto, e tantomeno una vendita della villa di famiglia a Pontassieve. Ma non è un dato messo in discussione da Giacomo Amadori e dalla Verità che quello siglato con i proprietari della villa dal notaio fiorentino Michele Santoro sia solo un preliminare d'acquisto. Semmai, vista la conferma che la villa di Pontassieve è ancora di proprietà del rottamatore, viene da farsi qualche domanda sulla provenienza di quei 384.141 euro in più nella disponibilità di Matteo rispetto allo show televisivo. Possibile che il suo conto sia cresciuto di 76mila euro al mese da gennaio a giugno?".

Certo, potrebbe essere denaro di Agnese Landini, moglie dell'ex premier, e non vi sarebbe nulla di male. Così come non v'è nulla di male nell'acquisto di un immobile, seppur per una somma milionaria. Ma nel mirino non c'è la villa, né i suoi 11,5 vani, né la somma necessaria per comperarla. Nel mirino c'è ancora una volta la comunicazione di Matteo Renzi, che da anni ormai non ne imbrocca più una e, per amor di stamburate, finisce per "inguaiarsi" da solo. Tanto che, nel Pd, sono in molti a commentare: "Ma chi glielo ha fatto fare di andare a Matrix a parlare del suo conto corrente?". 

Eh sì, chi gliel'ha fatto fare? Forse la vicinanza delle elezioni politiche e l'intenzione di dare un'immagine "francescana" di sé, rincorrendo i grillini. Peccato però che, come sempre accade, il 4 marzo l'elettorato abbia poi scelto gli originali e non l'imitazione. 

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matteo renzivilla di renziconto correnteacconto
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