Sono in totale 30 gli indagati nell'inchiesta dei Ros di Napoli su una banda specializzata nel far ottenere permessi di soggiorno in Italia con documenti falsi anche a extracomunitari vicini agli ambienti del terrorismo internazionale. Di questi, 14 sono i destinatari di misure cautelari emesse dal gip partenopeo, tra italiani, afghani e pakistani. Al centro dell'inchiesta, Iqbal Naveed, 40 anni, commerciante pakistano, precedenti per reati specifici e contro il patrimonio, titolare dell'internet point che era base operativa della'organizzazione, ora in carcere
Il Ros napoletano, all'indomani dell'attentato nel settimanale satirico parigino Charlie Ebdo, aveva cominciato a monitorare ambienti e settori di Napoli che già in passato avevano dimostrato di offrire alle organizzazioni terroristiche internazionali appoggi logistici. Sono così almeno 150 i casi di persone che si sono rivolte alla banda per entrare irregolarmente in territorio italiano individuati dall'inchiesta, non tutti andati a buon fine. I 'clienti' del gruppo arrivavano a Naveed grazie al passaparola tra extracomunitari, e pagavano alcune centinaia di euro per il 'servizio'; al dipendente comunale, l'organizzazione versava dai 20 ai 50 euro, a secondo del documento da ottenere.
Chi era all'estero e aveva bisogno del permesso di soggiorno italiano, se lo vedeva recapitare a domicilio grazie ad altri stranieri che per motivi personali dovevano recarsi in Francia o Belgio. L'indagine si è sviluppata anche con intercettazioni telefoniche e ambientali. Proprio da queste, il Ros ha avuto la prova che molti trasferimenti di denaro illecitamente guadagnato avvenissero attraverso hawala, il prestito fiduciario.
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