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Occhi Spaccanti, la verità sul marchio: i legali di Bova smentiscono Picco. E le testate nazionali cadono nella fake news
Picco appare confuso sulla vicenda: “Non volevo si divulgasse la notizia, ritiro tutto"

I legali di Bova smentiscono Picco, oggi sui più importanti media nazionali, sul marchio "Occhi Spaccanti": "Il deposito è nostro, documenti alla mano". La cronologia ufficiale dell'UIBM conferma la fake news. Picco, appare confuso sulla vicenda: “Non volevo si divulgasse la notizia, ritiro tutto (ma non ha niente)”. Intanto le maggiori testate…
Ma si può? Ma si può leggere su Repubblica, Fanpage, Open che un tizio di nome Gabriele Picco, notizia di oggi, si sia intestato il marchio Occhi Spaccanti, farse appartenente a una configurazione di reato, senza nemmeno far un controllo con l’ufficio brevetti e dar notizie per i “like e i click?”. No, non si può e ve lo spieghiamo noi di Affari Italiani.
A seguito della diffusione di notizie apparse su diversi siti di informazione nazionale, secondo cui Gabriele Picco avrebbe registrato il marchio "Occhi Spaccanti", l'attore Raoul Bova interviene con fermezza per ristabilire la verità dei fatti. Secondo quanto emerge dalle nostre fonti, l'attore si sarebbe affidato al legale Annamaria Bernardini De Pace per chiarire una vicenda che si sarebbe rivelata priva di fondamento documentale.
La cronologia che cambia tutto
Stando alla consultazione della banca dati ufficiale dell'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), il marchio "Occhi Spaccanti" risulterebbe depositato da Raoul Bova il 5 agosto 2025. La domanda sarebbe tuttora in fase di esame presso gli uffici competenti. Diversamente da quanto dichiarato pubblicamente, Gabriele Picco non avrebbe mai ottenuto la registrazione del marchio. La sua domanda risulterebbe presentata soltanto il 14 agosto 2025, dunque con nove giorni di ritardo rispetto a quella dell'attore romano.
Le dichiarazioni contraddittorie di Picco
Abbiamo contattato direttamente Gabriele Picco per fare chiarezza sulla questione e alla domanda se avesse depositato il marchio "Occhi Spaccanti" di Raoul Bova, Picco ha risposto con evidente titubanza: "Io con l'attore menzionato non c'entro niente". Quando gli abbiamo chiesto perché allora il suo nome fosse coinvolto nella vicenda, la risposta è stata: "Perché io ho registrato il marchio 'Occhi Spaccanti'".
Di fronte alla nostra verifica sulla banca dati UIBM, che non confermerebbe l'avvenuta registrazione, Picco si è mostrato incerto: "Non so cosa dirvi, non sono interessato a divulgare questa notizia". Ha poi aggiunto che un giornalista voleva intervistarlo su questa vicenda, ma lui non aveva tempo e "così è uscito l'articolo".
L'inconsapevolezza del contesto legale
La conversazione ha preso una piega ancora più sorprendente quando abbiamo chiesto a Picco se fosse consapevole delle implicazioni legali della vicenda, che coinvolgerebbe il Garante, un audio trafugato e la lesione della privacy di Raoul Bova. La sua risposta ci ha spiazzati: "A quale argomento?"
Dopo aver spiegato nel dettaglio la situazione – un audio sottratto illegalmente, una persona lesa nella propria sfera privata e dei presunti responsabili – Picco ha replicato: "Beh ma non c'entra niente con questa storia". Ha poi ribadito che sono mesi "che ho fatto questa cosa e non l'ho detto a nessuno e poi qualcuno ha avuto l'intelligenza di pubblicarlo". E quando gli abbiamo ricordato che ci sono legali coinvolti e che probabilmente lo contatteranno, Picco ha chiuso con un laconico: "Se quello che ho fatto è sbagliato, mi verrà tolto".
Dichiarazioni smentite dai documenti
Le affermazioni di Picco fanno sorridere – "Ho registrato il marchio, è da mesi che ho fatto questa cosa e non l'ho detto a nessuno, non voglio parlare dell’attore in questione”. E ancora. “Lei mi sta trattando male i suoi legali forse dovevano svegliarsi prima (bugia grave e diffamatoria”. Poi amichevolmente chiude: “Se mi chiamano loro, tolgo tutto”.
Ma cosa togli che non hai niente! Una vicenda che quindi solleva interrogativi sulla verifica delle fonti da parte di alcuni organi di informazione, che hanno diffuso la notizia senza consultare preventivamente i registri dell'UIBM.
La banca dati dell'Ufficio certificherebbe senza margini di dubbio la sequenza temporale, dopo la richiesta fatta da noi che:
- 5 agosto 2025: deposito della domanda di registrazione del marchio "Occhi Spaccanti" da parte di Raoul Bova
- 14 agosto 2025: presentazione della domanda di registrazione dello stesso marchio da parte di Gabriele Picco
Bova si riserva azioni legali
Alla luce dei documenti ufficiali e delle dichiarazioni contraddittorie rilasciate dallo stesso Picco, la paternità del deposito spetterebbe dunque a Raoul Bova; perciò, le notizie diffuse da alcune testate giornalistiche, basate sulle sole dichiarazioni di Picco, si sarebbero rivelate infondate e potenzialmente fuorvianti per l'opinione pubblica.
Secondo le nostre informazioni, Bova si riserverebbe ogni azione a tutela della propria immagine e dei propri diritti in relazione alla vicenda, non escludendo iniziative legali nei confronti di chi ha contribuito alla diffusione di informazioni non verificate. In conclusione un like non vale una figura pessima.