PROGETTI ERC E RICERCATRICI ITALIANE, LOTTA ALL’IGNORANZA SU MALARIA E GENOMICA GENETICA - Affaritaliani.it

Pillole d'Europa

Ultimo aggiornamento: 18:47

PROGETTI ERC E RICERCATRICI ITALIANE, LOTTA ALL’IGNORANZA SU MALARIA E GENOMICA GENETICA

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE FONDI, PROGETTI, DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI

di  Cinzia  Boschiero

 

Domanda: ci sono studi europei sull’atrofia muscolare spinale e bulbare? Mirko Nucciore
Risposta:
sì. Di recente inoltre è stato assegnato un importo di 1.499.221  euro ad un progetto di ricerca ERC – Horizon Europe proprio su questa malattia neuromuscolare caratterizzata dalla perdita dei motoneuroni e dall’indebolimento progressivo dei muscoli.  La ricercatrice dott.ssa Diana Piol, vincitrice del bando ERC Starting Grant evidenzia che la capacità di muoverci, che si tratti di correre, respirare o compiere azioni quotidiane, dipende da segnali elettrici che inducono i muscoli a contrarsi nel punto di connessione tra nervi e muscoli, chiamato giunzione neuromuscolare (NMJ). Le differenze tra i sessi, come i livelli ormonali e la genetica, influenzano il funzionamento di queste giunzioni e il modo in cui possono deteriorarsi nelle malattie, ma i meccanismi e le molecole coinvolte non sono ancora del tutto chiari. Questo progetto mira a capire come gli ormoni sessuali influenzino e preservino le NMJ, studiando in particolare il ruolo dei recettori ormonali che si trovano fuori dal nucleo cellulare. Il recettore degli androgeni (AR) è noto per la sua attività all’interno del nucleo dove regola la trascrizione genica, ma è stato individuato anche ai margini dei neuroni. Una mutazione nel gene AR causa l’atrofia muscolare spinale e bulbare (SBMA). Poiché dati preliminari mostrano che AR interagisce sia con la macchina della sintesi proteica sia con proteine leganti l’RNA, il progetto finanziato dall’ERC AR-NMJ studierà se AR faccia parte di questa macchina proteica nella periferia del neurone e se, al di fuori del nucleo, contribuisca a mantenere la stabilità delle giunzioni neuromuscolari attraverso il legame con gli ormoni, meccanismi che potrebbero essere alterati nella SBMA. Questa ricerca farà luce non solo su un nuovo meccanismo nella SBMA, ma anche su possibili funzioni finora trascurate di altri recettori ormonali, come quelli per gli estrogeni, il progesterone e altri ormoni steroidei. La ricerca mira a favorire lo sviluppo di strategie terapeutiche innovative per le malattie del motoneurone, integrando modelli sperimentali in vitro e in vivo con tecnologie avanzate di spatial omics e di single-cell sequencing.


Domanda :  ci sono progetti europei di ricerca sull’ elettrochemiluminescenza? Luisa Ponti
Risposta:
sì. L’elettrochemiluminescenza (ECL) è una tecnica che produce luce a seguito di reazioni elettrochimiche, si è affermata come uno strumento analitico straordinariamente potente in grado di rivoluzionare ambiti che spaziano dalla ricerca di base alla diagnostica clinica, dal biosensing alle applicazioni biologiche. Una delle sfide più rilevanti è la capacità di rilevare concentrazioni estremamente basse di molecole, fondamentale per la diagnosi precoce e il monitoraggio delle malattie. Segnali così deboli risultano spesso poco affidabili: servono quindi strumenti in grado di amplificarli, ridurre le interferenze ed eseguire misure accurate.  Nonostante progressi significativi, i meccanismi fondamentali alla base dell’ECL restano ancora complessi e non del tutto compresi. In particolare è finanziato con 1.489.842  euro un progetto ERC denominato NANO-BOOST che  intende superare queste sfide studiando come la forma e la chimica delle superfici influenzino le reazioni ECL, al fine di individuare le condizioni ottimali per massimizzarne l’efficienza. Per farlo, spiega la vincitrice dott.ssa Alessandra Zanut dell’ERC Starting Grant 2025, combinerà tecniche avanzate di nanofabbricazione con modifiche chimiche mirate, creando nanostrutture in grado di confinare le reazioni in spazi piccolissimi. Questi veri e propri “nanoreattori intelligenti” fungeranno da modello per identificare il microambiente ottimale in cui massimizzare l’efficienza dell’ECL. I risultati del progetto permetteranno di sviluppare dispositive ad alte prestazioni, con applicazioni nella diagnosi precoce, nell’imaging e nelle analisi biochimiche, rafforzando le sinergie tra scienza dei materiali e chimica 

Domanda: ci sono iniziative europee per condannare quanto è successo in Burkina Faso contro il progetto di ricerca Target Malaria e le fake news contro le ricerche biotech? Enrico Matera
Risposta
: ci sono diversi progetti europei contro le fake news e per informare in modo corretto sulle applicazioni delle biotecnologie in tutti i settori. Per la malaria i progetti di ricerca procedono, ma non in Burkina Faso. Infatti, purtroppo, il 18 agosto il governo del Burkina Faso ha bruscamente interrotto il progetto Target malaria, che durava da oltre tredici anni, basato sulla modifica genetica delle zanzare, mirato ad eradicare la malaria.  E’ stato chiuso e danneggiato dalla polizia militare l’Istituto di Ricerca in Scienze della Salute di Bobo-Dioulasso partner chiave del progetto. L’opposizione al progetto era cresciuta, alimentata da false accuse diffuse sui social media e dalla politica sovranista del governo del Burkina Faso. Il Polo d’Innovazione di Genomica Genetica e Biologia è uno dei partners del progetto Target  malaria ed è un centro di alta specializzazione. I fondi europei a favore di progetti per la ricerca sulla malaria provengono principalmente dal programma Horizon Europe tramite la partnership Global Health EDCTP3, che supporta studi clinici in Africa, e da iniziative come l'EU Malaria Fund (EUMF), che finanzia startup e pmi nel campo della ricerca anti-malaria. La Commissione Europea supporta anche attivamente il Fondo Globale per l’AIDS, la tubercolosi e la malaria, che, a sua volta, finanzia la ricerca e l'implementazione di soluzioni per controllare la malaria, inclusa la tecnologia di editing genetico.  Tra i partners del progetto Target Malaria ci sono l'Uganda Virus Research Institute, l'University of Ghana, l'Imperial College London, l'University of Oxford e la CDC Foundation negli USA. In Italia, le attività di Target Malaria sono supportate dal Polo GGB, che collabora con il consorzio. Il Polo d’Innovazione di Genomica Genetica e Biologia (Polo GGB) è un centro di alta specializzazione, modello per la ricerca e offerta di servizi nei settori della diagnostica, della genetica medica, dell’ecologia, della genomica e della bioinformatica e, con un nuovo finanziamento per la ricerca dal Fondo Italiano per le Scienze Applicate (FISA) amplierà il proprio lavoro verso nuove strategie per il controllo delle zanzare che trasmettono malattie virali, collaborando con partner Biocentis, azienda biotecnologica che rimodella il futuro del controllo degli insetti con una piattaforma tecnologica unica che combina sostenibilità ambientale ed efficacia. Il Burkina Faso ha bruscamente interrotto Target Malaria che è un progetto basato sulla modifica genetica delle zanzare, destinato ad eradicare la malaria; la polizia del Burkina Faso ha provocato danni alla ricerca presso la sede dell’Istituto di Ricerca in Scienze della Salute (IRSS) di Bobo-Dioulasso partner chiave del progetto. L’11 agosto,  infatti l’organizzazione internazionale no-profit Target Malaria che guidava il progetto aveva rilasciato a Souroukoudingan circa 16mila zanzare maschio geneticamente modificate per produrre una prole quasi esclusivamente maschile. Il rilascio, il primo del suo genere in Africa, mirava a liberare il mondo dalla malaria utilizzando il cosiddetto gene drive, una tecnica che aiuta i geni desiderabili a diffondersi rapidamente in una popolazione animale. Il 18 agosto, la polizia giudiziaria si è presentata all’Istituto di Ricerca e ha trattato i ricercatori come criminali. Con fondi europei si sta cercando di contrastare le fake news contro le biotecnologie e contro la tecnica gene drive anche nel mondo occidentale.  L'Osservatorio sociale per l'analisi della disinformazione e dei social media (SOMA) insieme ad altri progetti finanziati dall'Unione Europea (PROVENANCE, SocialTruth, EUNOMIA, WeVerify) puntano a contrastare nei social media le dinamiche distorsive e la disinformazione. il progetto Co-Inform, che lavora su strumenti per promuovere il pensiero critico e l'alfabetizzazione digitale per una società più informata. Inoltre ci sono le linee guida EFSA per la valutazione dei rischi da animali geneticamente modificati che sono state adeguate per valutare i rischi associati a insetti modificati con la tecnica genetica mirata “gene drive”. Ci sono studi sugli aspetti delle ricerche scientifiche quali la caratterizzazione molecolare, la valutazione del rischio ambientale e il monitoraggio ambientale. Di recente si è svolta la European Biotech Week e ci sono state diverse iniziative per informare meglio i cittadini sulle biotecnologie e il loro sviluppo in tutti gli ambiti. L’associazione  Women&Tech ETS ha realizzato un incontro fruibile on line intitolato “Il futuro del biotech: scienza per le generazioni che verranno” che evidenzia i progressi e le nuove professioni grazie alle biotecnologie, spiega come siano inaccettabili attacchi sui social e alla ricerca sia in Italia che all’estero perpetrati da persone ignoranti e violente. Si ricorda che il coordinamento di diciotto associazioni della filiera agroalimentare italiana per l’innovazione in agricoltura, tra cui Assobiotec, aveva espresso la massima solidarietà al gruppo di lavoro di ricerca che ha subito un ingiustificabile atto vandalico nel pavese nel giugno 2024 che aveva portato alla distruzione di un importante campo sperimentale sul riso resistente al brusone ottenuto mediante TEA. Si era trattato di un gesto criminale, che aveva colpito non solo il mondo della ricerca, ma tutto l’agroalimentare italiano. Per fortuna il 30 settembre 2025, nei campi del Centro Ricerche sul Riso dell'Ente Nazionale Risi a Castello d'Agogna (Pavia), è stato raccolto il primo riso italiano ottenuto grazie alle Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea). Un evento storico per la ricerca genetica in agricoltura, ma anche un traguardo emotivo per chi, come la professoressa Vittoria Brambilla, ha dedicato anni di studio a questa tecnologia.