E se il Papa desse la possibilità alle donne di accedere al sacerdozio?
La redazione de Il Manifesto, come risposta ad una mia lettera pubblicata dal quotidiano il 28 novembre, mi ha passato lo scritto dello studente di teologia, Giovanni Baccaro. Nella lettera, riferendomi alle parole del Papa: “Il sacerdozio riservato agli uomini, come segno di Cristo Sposo che si consegna nell’Eucaristia, è una questione che non si pone in discussione”, facevo osservare che solo ragioni di convenienza e nient’altro spinsero Gesù a scegliere apostoli uomini. Nessuna donna, infatti, nella società del tempo, avrebbe potuto svolgere il compito degli apostoli.
Ecco la sorte dei messaggeri del Vangelo: “Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi... Guardatevi dagli uomini: vi consegneranno ai sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; sarete trascinati davanti ai governatori... “ (Mt 10, 16 – 17). Quale sarebbe potuta essere la sorte di donne mandate come pecore in mezzo ai lupi? Sarebbero state sbranate prima ancora di cominciare a svolgere la loro missione per il mondo. E poiché il Papa ha anche dichiarato: “Le rivendicazioni dei legittimi diritti delle donne non si possono superficialmente eludere”, facevo anche osservare che in tal modo Papa Francesco elude un diritto sacrosanto delle donne: quello di accedere al sacerdozio. Lo studente di teologia mi risponde: “Fonte della Chiesa non è solo la Scrittura, ma anche la Tradizione, che ci consegna la Scrittura stessa”. E poi: “Non c'è nessun diritto al sacerdozio. C'è una chiamata alla comunione con Dio, una predestinazione alla salvezza, la quale può essere raggiunta parimenti da uomini e da donne”. Allo studente di teologia faccio osservare che la Scrittura va interpretata, e che ad interpretarla e stabilirne il significato sono stati esclusivamente gli uomini. E poi: non è vero che non esiste un diritto al sacerdozio. Gli uomini che si sentono chiamati da Dio, che sentono la vocazione, ovviamente con i requisiti necessari, hanno diritto al sacerdozio. Il Papa dia la possibilità alle donne di accedere al sacerdozio e vedrà quante vocazioni salteranno fuori, quante chiamate del Signore! Ma ha senso appellarsi al Vangelo, come ho fatto, per dimostrare ciò che appare evidentissimo alla luce della ragione? Sarebbe come appellarsi al Vangelo per dimostrare che non è lecito uccidere. Di contro, ha senso ricorrere al Vangelo, come fa la Chiesa, per negare ciò che appare evidentissimo alla luce della ragione?
Renato Pierri