Protesta pacifica degenera in violenza. La polizia: "Facebook ci dia i nomi del gruppo"

Diecimila persona presenti alla manifestazione di protesta a Berna contro la limitazione della vita notturna in città si è conclusa nel peggiore dei modi: arresti, feriti e ingenti danni. La situazione è degenerata verso mezzanotte, riporta Ticino News, quando sono scoppiati disordini nel centro cittadino: manifestanti incappucciati hanno affrontato gli agenti di polizia, che hanno risposto con lacrimogeni, getti d'acqua e proiettili di gomma. Il bilancio degli scontri è abbastanza pesante: una cinquantina di feriti, tra cui 30 tra i civili - partecipanti al raduno e semplici passanti - e una ventina di agenti. 61 le persone arrestate, mentre i danni ammontano a centinaia di migliaia di franchi.
Una settantina le vetrine ridotte in frantumi; alcuni negozi di alimentari saccheggiati. Domani l'esecutivo municipale terrà una speciale seduta per esaminare ciò che è accaduto e decidere il da farsi, ma già oggi ha fatto sapere che episodi di questa natura non sono accettabili. In un comunicato si condanna con estrema fermezza l'attacco alle forze dell'ordine e i danni agli immobili. Una nota della polizia bernese indica che le forze dell'ordine sono state confrontate a un livello di violenza eccezionalmente elevato. Un agente è stato medicato all'ospedale, come anche diversi manifestanti.
E ora è grande polemica con Facebook. I manifestanti, infatti, si erano organizzati sul social network e dietro il gruppo che ha creato l'evento della manifestazione se ne celerebbe anche un altro, di agitatori rimasti nell'ombra. Ora la polizia svizzera vuole che Facebook renda noti i nomi di queste persone. Una cosa che secondo alcuni sarebbe una violazione della privacy. Insomma, da una normale manifestazione si è arrivati a una vicenda che potrebbe avere riflessi internazionali soprattutto sul piano del diritto sul web.