Rapporti bancari: anatocistici e valute fittizie - Affaritaliani.it

Cronache

Rapporti bancari: anatocistici e valute fittizie

Il vademecum dell'Avvocato Nicola Ferraro, founder partner di de Tilla Studio Legale

LE VALUTE FITTIZIE

La “valuta” in una operazione bancaria corrisponde al giorno in cui la somma addebitata o accreditata diviene effettivamente disponibile e produttiva di interessi (rispettivamente, passivi o attivi).

In molte operazioni bancarie la banca aggiunge o sottrae dei giorni alla data in cui l’operazione è fisicamente eseguita. Si parla in questo caso di c.d. giorni banca. La pratica non è dipesa da ragioni tecniche particolari quanto, piuttosto, è finalizzata a creare un lasso di tempo in cui la banca può disporre della somma oggetto dell’operazione per eseguire altre operazioni finanziarie.

La c.d. valuta bancaria (o valuta fittizia) può essere riassunta dalla seguente formula:

data dell’operazione (data valuta) + giorni banca = valuta bancaria (o fittizia)

Ebbene, la pratica di aggiungere e sottrarre i giorni banca alla data effettiva di una operazione di accredito o di addebito può generare una discrepanza tra tasso annuo nominale e tasso realmente applicato al cliente.

Poiché è materia soggetta alla disponibilità delle parti (banca e cliente), la pratica non è illegittima se determinata in contratto. Se, viceversa, il contratto stipulato col cliente non prevede i giorni valuta, la pratica è da ritenersi illegittima e il saldo di conto corrente va epurato dei giorni di valuta bancaria applicati dalla banca nel corso del rapporto.