Cronache
Rigopiano, i morti sono 24. Gentiloni: sui soccorsi fatto tutto il possibile

Recuperati altri corpi, tra loro anche l'amministratore dell'albergo Roberto Del Rosso e il receptionist Alessandro Riccetti
I morti accertati sono 24, l'hotel di Rigopiano è un immenso cantiere che di ora in ora fa emergere nuove vittime. Nella notte sono stati recuperati i corpi senza vita di tre uomini, e questa mattina i vigili del fuoco hanno estratto all'interno della struttura crollata i corpi di due donne e di un altro uomo, non ancora identificati. Tra le vittime recuperate l'amministratore del Gran Sasso Resort Roberto Del Rosso.
"Viveva praticamente lì, non lo abbandonava mai" dicevano a Contrada Mirri, l'avamposto più vicino all'hotel. Fino a sei, sette anni fa era in società con i fratelli. Poi si era ricomprato tutto e aveva ristrutturato il resort con la piscina, la spa, il centro benessere. Ed è stato trovato anche il corpo di Alessandro Riccetti, 33 anni, il receptionist ternano dell'albergo. Oltre a loro, nelle ore precedenti erano stati identificati anche i corpi di Paola Tomassini, Stefano Feniello, Marco Vagnarelli e Piero Di Pietro. E mentre il premier Gentiloni, in audizione al Senato, difende la macchina dei soccorsi, "una capacità di reazione del sistema all'altezza di un grande paese", il bilancio ufficiale delle vittime sale a 24, il numero dei dispersi scende a 5. Undici le persone finora in salvo. E ieri sei corpi sono stati portati all'ospedale di Pescara per gli accertamenti medico legali e il riconoscimento dei familiari.
La Procura: "Autopsie per le prime sei vittime, nessuno morto per solo assideramento". "Abbiamo i risultati delle prime sei autopsie: molti morti per schiacciamento, altri per varie concause concorrenti: schiacciamento, asfissia, ipotermia. Nessuno, a quanto ci risulta, morto per solo assideramento", così riferisce nel punto pomeridiano con la stampa il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini. Dunque, aggiunge la pm, in questi primi sei casi eventuali ritardi nei soccorsi non sarebbero stati causa diretta di morte. "Altre sei autopsie sono in programma, e comunque le eseguiremo su ogni vittima", aggiunge Tedeschini. La pensa diversamente il legale di parte della famiglia di una delle vittime, Gabriele D'Angelo: "Sul mio assistito non ci sono segni di traumi, né di asfissia come emorragie congiuntivali - spiega Domenico Angelucci, medico di parte della famiglia D'Angelo, "secondo noi è morto per assideramento e se fosse stato soccorso entro due ore probabilmente poteva essere salvato".
Edoardo, 8 anni, in prima fila al funerale dei genitori In un palatenda gremito da centinaia di persone si svolgono a Loreto Aprutino, in provincia di Pescara, i funerali religiosi di Sebastiano Di Carlo, 49 anni, e Nadia Acconciamessa, 47 anni. In prima fila il figlio della coppia, Edoardo, di 8 anni, scampato alla sciagura e fino a ieri ricoverato all'ospedale di Pescara. Accanto a lui i parenti, tra cui il fratello Riccardo poco più che ventenne, al quale il bambino dovrebbe venire ora affidato. C'é anche l'altro fratello, Piergiovanni, sedicenne. Tra le due bare di legno marrone una foto dei Di Carlo abbracciati e sorridenti. E Loreto Aprutino, poche migliaia di abitanti, piange da ieri quattro vittime, dopo il riconoscimento del corpo di Piero Di Pietro, che si va ad aggiungere tra le vittime alla moglie Barbara Nobilio. Le due coppie erano amiche ed erano andate assieme in vacanza all'albergo sul Gran Sasso.
Intanto, in un colloquio con Repubblica, risponde alle polemiche la funzionaria della prefettura che aveva ignorato l'allarme sulla valanga, la telefonata disperata di Quintino Marcella, definendola una "bufala" inventata da imbecilli. "Ci saranno modi e tempi per chiarire tutto. L'importante è avere la coscienza a posto, e io ce l'ho".
Gentiloni al Senato "Rigopiano, soccorritori esemplari, bene la ricerca della verità ma non capri espiatori": "Siamo orgogliosi dei soccorritori. All'inizio le azioni sono state ritardate in modo drammatico per l'impossibilità di usare elicotteri, per il rischio di altre slavine e per le condizioni della viabilità. E avete visto in che modo l'albergo è stato poi raggiunto alle 4,30 del mattino. Da allora, credo sia stato messo in atto ogni sforzo possibile umano, organizzativo e tecnico, uno sforzo che è ancora in corso, per raggiungere l'albergo, per trovare i dispersi e cercare di salvare vite umane. Abbiamo mostrato una capacità di reazione del sistema all'altezza di un grande paese. Nella nostra memoria rimarranno impresse le immagini delle catastrofi e dei lutti che ci hanno colpito ma rimarranno le immagini anche dei soccorritori, cittadini italiani esemplari, due di loro hanno perso la vita" e anche "le immagini della generosità e del senso del dovere, dello Stato che mobilita tutte le sue energie". Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni riferendo in aula al Senato sulla situazione di emergenza in Centro italia e sulla slavina che ha colpito l'hotel Rigopiano. "Ci sono stati ritardi, malfunzionamenti, responsabilità? Saranno le inchieste a chiarire questo punto. La verità serve a fare meglio, ma non ad avvelenare i pozzi. Condivido la ricerca della verità ma non la voglia di capri espiatori e giustizieri". E ancora: "A Rigopiano c'è stata una concidenza micidiale che non si ricorda davvero a memoria d'uomo, con le scosse di terremoto e una nevicata di dimensioni eccezionali".
Dighe, 40 in tutta l'area del sisma ma no a voci incontrollate: "Abbiamo lavorato con il ministero delle Infrastrutture per la verifica della tenuta delle 40 dighe nella zona interessate dal sisma, dighe che vengono verificate di prassi ogni volta che si verifica una scossa di magnitudo superiore a quattro. E che quindi sono state ripetutamente verificate negli ultimi mesi. Evitiamo il diffondersi di voci incontrollate su rischi esagerati".
"Black out di energia, cause da verificare": "Nel momento di picco della crisi, il 19 gennaio, le utenze non allacciate hanno raggiunto il numero considerevole di 177mila, oggi ne sono rimaste solo alcune alcune centinaia nel Teramano. E' giusto, a livello di Governo, verificare in questa dinamica quanto abbiano inciso le circostanze eccezionali e quanto ciò abbia messo in luce problemi più generali di manutenzione", si è impegnato Gentiloni.
E il premier cita Silone: "Un grande abruzzese, Ignazio Silone, ammoniva con parole amarissime sulle conseguenze del terremoto che era fenomeno abituale nelle sue terre: 'passata la paura la disgrazia si trasforma in occasione per l'ingiustizia'. E' nelle nostre mani evitare che, passata la disgrazia, questa si trasformi in ulteriore ingiustizia. Lo abbiamo fatto in tanti luoghi del nostro Paese, lo faremo anche in queste regioni del centro Italia".
La protesta del senatore-sindaco "Basta! Ditemi quanto tempo ho a disposizione per parlare, altrimenti sfascio tutto e me ne vado! Come si fa a parlare con questa lucetta che ti lampeggia davanti!". Il senatore marchigiano Remigio Ceroni, sindaco di Rapagnano, comune della provincia di Fermo colpito dalle scosse, sbotta così nell'Aula di Palazzo Madama quando la presidente di turno Linda Lanzillotta tenta di togliergli la parola perchè per il gruppo di Forza Italia è il secondo intervento. "Apprezziamo i toni di Gentiloni"dice Ceroni "ma noi sindaci vogliamo essere consultati".