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Eni conferma una scoperta ad olio nell'offshore della Namibia

Il pozzo, perforato con successo fino al livello Cretaceo inferiore, ha prodotto oltre 11.000 barili al giorno di olio leggero durante il test di produzione

di Redazione Corporate

Eni conferma i risultati positivi del pozzo Capricornus 1-X nel bacino dell'Orange in Namibia

Eni conferma i risultati preliminari relativi al pozzo Capricornus 1-X, situato nel bacino dell'Orange, in Namibia, come già comunicato dall’operatore del progetto, Rhino Resources. L’attività di perforazione del pozzo è cominciata il 17 febbraio grazie all’utilizzo dell’impianto Noble Venturer e ha raggiunto la profondità finale il 2 aprile, permettendo l’accesso con successo al livello target del Cretaceo inferiore. Durante l’operazione, sono stati individuati 38 metri di net pay, con una roccia serbatoio caratterizzata da buone proprietà petrofisiche. Non è stato rilevato alcun contatto tra olio e acqua. Nel corso di un’ampia campagna di acquisizione dati, sono stati raccolti sia campioni di olio che carote di parete.

Parallelamente, è stato condotto con esito positivo un test di produzione nel tratto mineralizzato contenente olio leggero. Durante il test, il pozzo ha raggiunto una portata superiore a 11.000 barili standard al giorno (stb/d), attraverso una valvola da 40/64", con tale valore limitato unicamente dalle attrezzature di superficie. L’olio prodotto, classificato come leggero a 37° API, ha mostrato un contenuto di gas associato ridotto, con una percentuale di CO₂ inferiore al 2% e senza tracce di H₂S. I campioni raccolti nel corso del test saranno ora sottoposti ad analisi di laboratorio. Concluse queste operazioni, il pozzo sarà temporaneamente abbandonato e l’impianto di perforazione sarà dismesso.

Il pozzo Capricornus 1-X è stato realizzato nell’ambito della Petroleum Exploration License 85 (PEL85), la cui gestione è affidata a Rhino Resources in qualità di operatore, con una quota del 42,5%. Alla co-venture partecipano anche Azule Energy con il 42,5%, Namcor con il 10% e Korres Investments con il 5%. Azule Energy è controllata pariteticamente da Eni e bp, entrambe detentrici di una quota del 50%.