Aprol, dimezzata la produzione di olio. Coldiretti: difendere il Made in Italy
Il settore fattura otre 3 miliardi di euro, ma secondo l'Aprol è crollato il raccolto che nel 2018 si aggira sui 200 milioni di chili, vicino ai minimi storici
Con una produzione praticamente dimezzata è l’olio extravergine di oliva Made in Italy a subire gli effetti più pesanti del cambiamento climatico con una strage che lo scorso inverno ha compromesso 25 milioni di ulivi in zone particolarmente vocate e fatto crollare il raccolto che quest’anno si aggira attorno ai 200 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici per la pianta simbolo della dieta mediterranea. In Italia il settore fattura oltre 3 miliardi di euro, impegna 400mila aziende, conta un milione di ettari di uliveti, detiene il primato in termini di olio extravergine a denominazione in Europa (43 dop e 4 igp), e il più vasto patrimonio di biodiversitàal mondo con 250 milioni di piante e 533 varietà di olive. Soli in Campania, stima Aprol, la produzione di olio nel 2018 è stata di circa 8 milioni di chili. Una situazione drammatica che emerge dallo studio “Salvaolio” della Coldiretti presentato in occasione della manifestazione degli agricoltori scesi in piazza a Roma per denunciare gli errori regionali e l’assenza nella manovra approvata delle misure necessarie a garantire adeguate risorse al Fondo di Solidarietà Nazionale per far fronte alle pesanti calamità che hanno colpito importanti aree del Paese, a partire dalla Puglia dove si realizza la maggioranza dell’olio italiano e si contano 90mila ettari di uliveti senza produzione, un taglio di circa 2/3 del raccolto e un equivalente di 1 milione di giornate lavorative perse. Per la prima volta nella storia -sottolinea la Coldiretti- la produzione spagnola stimata quest’anno in 1,6 miliardi di chili è superiore di oltre sei volte quella nazionale che potrebbe essere addirittura sorpassata da quella della Grecia e del Marocco. Senza interventi strutturali l’Italia -precisa la Coldiretti- rischia di perdere per sempre la possibilità di consumare extravergine nazionale con effetti disastrosi sull’economia, il lavoro, la salute e sul paesaggio.
Il Piano Salvaolio Made in Italy
Queste le priorità per Coldiretti: avviare il Pper rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati, per modernizzare gli impianti olivicoli, puntando sulle cultivar nazionali che rappresentano il patrimonio italiano di biodiversità, favorendo lo sviluppo e la sottoscrizione di contratti di filiera; garantire adeguate risorse al Fondo di solidarietà nazionale per far fronte alle pesanti calamità che hanno colpito importanti aree del Paese, come la Puglia, con il dimezzamento della produzione nazionale di olio di oliva che ha messo in ginocchio il settore; sostenere l’olivicoltura salentina compromessa dalla XYLELLA con azioni concrete a partire dall’immediata attuazione del decreto sullo stato di emergenza al fine di consentire i reimpianti, gli innesti e la programmazione delle attività dei frantoi e degli olivicoltori. Inoltre, stringere le maglie ancora larghe della legislazione con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita Commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del Comitato scientifico dell'Osservatorio Agromafie della Coldiretti. Infine, pretendere l’obbligo della registrazione telematica degli oli commercializzati in tutti gli Stati europei, così come già istituito in Italia attraverso il Sian e promuovere una maggiore trasparenza dell’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta per l’olio extravergine di oliva.
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