Olindo e Rosa sono innocenti, almeno secondo la testimonianza di un tunisino, riportata dal quotidiano Il Giornale. Le parole dell'uomo, sentito dall'avvocato di Azouz Marzouk, scagionerebbero la coppia di Erba e smonterebbero completamente l'impianto accusatorio che ha portato alla condanna per la strage di Erba.
Il super testimone conferma le tesi sostenuta da tempo dallo stesso Azouz Marzouk. Il tunisino, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, uccisi nella strage nutre dubbi sulla colpevolezza dei coniugi Romano, condannati all’ergastolo in Cassazione. Secondo quanto riportato il tunisino è convinto che gli assassini siano degli altri.
Ora Luca D'Auria, l'avvocato di Azouz, ha trovato in Tunisia una conferma ai dubbi del suo cliente. L'avvocato ha detto a Cronaca Vera: "Sono stato di recente a Tunisi e ho incontrato l’uomo che andò dalla madre di Azouz nel 2008. Il testimone mi ha ribadito ciò che narrò allora alla donna e cioè che all’epoca in Brianza c’erano precise voci che ritenevano colpevoli un gruppo di professionisti, non di origine araba, in quanto, mi ha spiegato, gli arabi non uccidono i bambini".
Il processo fu caratterizzato dalle confessioni, poi ritrattate, dei coniugi, mentre i rilievi del Ris denunciarono una serie di contraddizioni come nel caso della macchia di sangue definita minuscola e ritrovata due settimane dopo la mattanza sull’auto di Olindo Romano. A suscitare dubbi anche la deposizione del superteste, che prima identificò il killer davanti ai pm in una persona sconosciuta di carnagione olivastra salvo poi cambiare idea e puntare su Olindo.
Anche la ricostruzione dell’eccidio manifesta punti oscuri, secondo l'avvocato. Valeria Cherubini venne trovata in casa sua con la gola squarciata anche se i soccorritori hanno confermato che la donna era ancora viva al momento del loro arrivo dato che chiedeva aiuto. D’Auria è convinto dell’innocenza dei Romano ed ha depositato il ricorso per la revisione del processo alla Corte di giustizia europea di Strasburgo: “Presto tornerò per verbalizzare le sue dichiarazioni nell’ottica di una richiesta di revisione del processo. Azouz è convinto di due cose, che gli assassini non siano i Romano e che non si tratti di una vendetta trasversale nei suoi riguardi per vicende inerenti lo spaccio. Io ritengo, invece, che nessuna pista sia preclusa”.