Cronache
Toghe, con le nuove regole niente politica per Emiliano, Ingroia, De Magistris
Con la nuova legge Emiliano, De Magistris, Ingroia e Finocchiaro non avrebbero potuto candidarsi
Toghe in politica: cosa prevede la pdl, ora al Senato
Dopo il disco verde della Camera, il testo sulle toghe in politica torna al Senato per l'approvazione definitiva. Ecco, intanto, cosa prevede il provvedimento su 'candidabilita', eleggibilita' e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonche' di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali'. - Paletti per tutti i magistrati. I paletti in ingresso e in uscita per chi fa politica riguardano tutti i magistrati, ordinari, amministrativi, contabili e militari. Siano essi in attivita' o fuori ruolo. E valgono per tutte le elezioni (europee, politiche, regionali, amministrative) e tutti gli incarichi di governo nazionale, regionale e negli enti locali. - Candidabili ma solo 'fuori sede'. Il magistrato che si presenta alle elezioni non potra' candidarsi nella circoscrizione (o nell'ambito territoriale) elettorale dove ha svolto le funzioni nei 5 anni precedenti e dovra' essere in aspettativa da almeno 6 mesi. Nessun divieto se si e' dimesso o e' in pensione da almeno due anni. - Obbligo aspettativa anche per sindaci. Stop alla possibilita' per sindaci o assessori in enti locali di svolgere insieme funzioni giudiziarie e funzioni politico-amministrative in ambiti territoriali diversi. La carica elettiva o l'incarico di governo, a qualunque livello, obbliga all'aspettativa (con collocamento fuori ruolo).
A fine mandato tre anni di limbo
E ancora: - A fine mandato 3 anni di 'limbo'. Il magistrato a fine mandato o a fine incarico sara' collocato in un distretto di corte d'appello diverso da quello che comprende la circoscrizione dove e' stato eletto. Per 3 anni non potra' ricoprire incarichi direttivi o semidirettivi e dovra' svolgere esclusivamente funzioni giudicanti collegiali. - Alternative di rientro per ex parlamentari. Se ha i requisiti, il magistrato ex parlamentare o europarlamentare o con incarichi di governo nazionale puo' anche chiedere di essere collocato in Cassazione oppure, in alternativa, di essere inquadrato nell'Avvocatura dello Stato (con divieto per 3 anni di incarichi direttivi o semidirettivi) o in un ruolo autonomo del ministero della Giustizia. - Ricollocamento del non eletto. Se non eletto, il magistrato rientra in un ufficio che non ricade nella circoscrizione di candidatura e per 2 anni non puo' esercitare funzioni inquirenti. Nessuna restrizione, invece, se gia' in servizio presso le giurisdizioni superiori. - Quarantena anche per gli ex capi gabinetto. Al rientro nella sede di provenienza, il magistrato gia' capo di un ufficio di diretta collaborazione di ministri, governatori o sindaci o componente di Authority o commissioni di vigilanza non potra' per un anno ricoprire incarichi direttivi o semidirettivi. - Sanzioni a chi sgarra. Chi si candida o accetta incarichi di governo al di fuori delle regole incorre in un illecito disciplinare rischiando una sanzione non inferiore alla perdita di anzianita' per quattro anni. - Trasparenza su incarichi fuori ruolo. Sul sito della presidenza del consiglio confluiranno (anche tramite link) i dati elaborati dai rispettivi organi di autogoverno o di rappresentanza sui magistrati (ordinari, amministrativi, contabili, militari) e sugli avvocati o procuratori dello Stato collocati fuori ruolo. Nella banca dati saranno consultabili incarichi attuali e incarichi precedenti e durata complessiva del fuori ruolo.
Le nuove regole avrebbero stoppato Emiliano, De Magistris, Finocchiaro e Ingroia
Con le regole della nuova legge molti magistrati o ex magistrati ora impegnati in politica non avrebbero mai potuto candidarsi. E' il caso di Michele Emiliano, che avrebbe dovuto aspettare 5 anni per candidarsi nel luogo dove aveva lavorato. Anche Luigi De Magistris, sindaci di Napoli, avrebbe dovuto aspettare e non candiudarsi a Napoli con l'Italia dei Valori dopo aver lavorato come giudice nel capoluogo campano. Stesso discorso per Antonio Ingroia, che non avrebbe potuto candidarsi in Sicilia. Persino Anna Finocchiaro non avrebbe potuto candidarsi mentre era pm a Catania nel 1987.