Tragedia alla stazione di Bologna. Travolto e ucciso dal Frecciarossa - Affaritaliani.it

Cronache

Tragedia alla stazione di Bologna. Travolto e ucciso dal Frecciarossa


Di M. Alessandra Filippi


Una frenata secca, brusca e imprevista. Poi il silenzio è sceso sul treno Frecciarossa 9638, partito da Roma e diretto a Torino, bloccato dalle 16:20 alla stazione sotterranea di Bologna Centrale.
Un uomo con trolley, qualcuno dice sia forse una donna, è morto gettandosi sui binari. A nulla è valso il tentivo disperato del macchinista di bloccare la locomotiva che in quel tratto viaggiava a velocità sostenuta perchè non erano previste  fermate intermedie.
Chiunque sia la persona che ha perso la vita su quei binari, al di là della tristezza, lasciano da pensare alcune reazioni avute dai passeggeri.
Un dramma è un dramma. E i casi della vita, come della morte, seguono regole a noi sconosciute.
Si può essere indispettiti perchè solo dopo 40 minuti il capotreno ha annunciato, dopo aver chiesto 20 minuti prima se c'era un medico a bordo, la tristissima verità. Si può essere ragionevolmente turbati, ci sta, e dar sfogo ai primi pensieri che passano per la mente. Ma inalberarsi perchè le procedure richiedono l'arrivo del magistrato, il blocco del convoglio e gli accertamenti del caso, con conseguente trasbordo e dirottamento di tutti i passeggeri verso altri convogli è fantascienza. "Le Ferrovie prestano tanta attenzione ai morti... ma dovrebbeto occuparsi un po' più di noi che siamo vivi. Quello ormai è andato. Ma noi adesso che facciamo?".
Già, che facciamo?
Semplice. Lo show di chi è vivo deve continuare. Si prende un nuovo treno e si riparte.
Se possibile, senza dimenticare che quello dove eri comodamente seduto è ancora fermo sul binario 16 della stazione di Bologna e un dramma che ti ha solo sfiorato, si sta consumando lentamente.
Le indagini appureranno a breve identità del cadavere e cause di quello che all'apparenza sembra un gesto disperato.
Ci vorranno ore prima che la circolazione riprenda la normalità.
Prima che il sud sia riconnesso con il nord.
Ma mentre sono in piedi, su un Frecciarossa carico come i treni della speranza, uno dei tanti sui quali noi transfughi del 9638 siamo saliti, mi domando: dove è finita quella meravigliosa attitudine alla pietas e all'empatia che ci caratterizzava tutti, e che tanto ha fatto innamorare poeti e viaggiatori di tutto il mondo?
Sotto quale treno carico di indifferenza l'abbiamo maciullata?