Trenord, il calvario di capitreno, controllori, passeggeri ostaggi della paura
L'annuncio contro gli zingari ha diviso l'Italia, ma per dipendenti della Trenord e viaggiatori il treno è un'odissea quotidiana
L'annuncio contro gli zingari e i molestatori dato all'altoparlante del convoglio della Trenord dalla capotreno ha diviso l'Italia in due, fra colpevolisti e innocentisti. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha espresso la propria solidarietà alla responsabile dell'annuncio con un sonoro "Giù le mani dalla capotreno" e molti utenti dei social network hanno solidarizzato con lei.
Le parole usate dalla donna sono senz'altro estreme, e probabilmente la faranno incorrere in sanzioni disciplinari, ma - a quanto risulta dalle cronache e dai commenti di pendolari e viaggiatori sulla tratta in questione - riflettono una sensazione piuttosto diffusa e capillare.
Basta cercare in rete per trovare innumerevoli episodi di aggressioni a capitreno e a dipendenti delle ferrovie Trenord durante il loro servizio sui convogli. I passeggeri sono inoltre frequentemente assillati da rom che chiedono l'elemosina (senza aver pagato il biglietto), e secondo i dati di una massiccia operazione della Polfer di qualche tempo fa contro i "portoghesi", il 70-75 % di coloro che sono sprovvisti del titolo di viaggio sono stranieri, a fronte di un 25-30 % di italiani.
Razzismo? No, semplice realtà dei fatti come riscontrata dalle autorità competenti. Gli assalti a capitreno e dipendenti della Trenord sono ahinoi all'ordine del giorno, senza contare i vandalismi. "Nel 2015" leggiamo sul Giornale in un articolo di Marta Bravi del 28 maggio scorso, "sono stati frantumati 452 finestrini, nel 2016 497, 546 nel 2017, quasi 200 nei primi quattro mesi dell'anno. Ma ancora più impressionanti sono i numeri dei sedili distrutti e divelti sulle carrozze: ammontano a oltre 2mila nel 2015, salgono a 3181 l'anno successivo, 2976 se ne contano nel 2017 mentre a fine aprile erano già 996. Hanno subito un'impennata i furti dei martelletti frangivetro: si passa infatti dai 1428 nel 2015 ai 2457 del 2016, per arrivare a 5257 nel 2017. Così 919 le tendine parasole rubate o strappate, che salgono a a 1052 nel 2016 e 1149 nel 2017".
In tutto questo, si aggiunge il continuo assillo dei nomadi che chiedono l'elemosina ai passeggeri, già provati dalla stanchezza di una giornata di lavoro, e che interrompono il servizio dei dipendenti della Trenord, responsabili della sicurezza dei convogli e che rispondono personalmente di eventuali negligenze spesso dovute allo stress di viaggi poco sicuri. "Viviamo nella paura" rivela un dipendente della Trenord che preferisce restare anonimo. "La mia collega ha senz'altro usato parole forti, ma posso assicurarvi che il nostro è un calvario giornaliero".
Sensazione provata anche dagli stessi viaggiatori. "Ogni volta che scendo dal treno sana e salva accenderei un cero alla Madonna" dice Laura, studentessa pendolare. "L'atmosfera è invivibile, mi chiedo spesso come facciano controllori e capitreno a resistere".
"La capotreno ha detto quello che tutti pensano ma che nessuno osa dire perché altrimenti ti danno del razzista" commentano altri viaggiatori. "Non se ne può più, non c'è da stupirsi se così tanti le hanno espresso solidarietà. Chi è abituato a viaggiare con la Trenord e dice il contrario è un ipocrita. Siamo veramente esasperati."