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Cronache
Treviso, dipendenti sfruttati tra turni massacranti e stipendi miseri
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Arresti e denunce in provincia di Treviso per sfruttamento del lavoro e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in 4 laboratori calzaturieri 

Ad Altivole, in provincia di Treviso, sono state arrestate 4 persone, tutte tra i 40 e i 50 anni e di origini cinesi, in flagranza dei reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravato, continuato e in concorso, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina aggravato, continuato e in concorso in quattro laboratori calzaturieri.  

L'indagine è stata predisposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Treviso, gli accertamenti e le verifiche sono state condotte dai carabinieri del comando provinciale di Treviso in collaborazione con i militari della compagnia di Castelfranco Veneto, il personale del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Venezia e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Treviso.

I 4 arrestati sono stati bloccati mentre sorvegliavano e controllavano due lavoratori di origini pakistane, assunti con contratto ''part-time'', insieme a un altro connazionale identificato sul posto, ma al momento non impegnato in mansioni lavorative, tutti regolarmente presenti sul territorio nazionale.

Come fanno sapere i carabinieri i tre operai percepivano, in palese violazione delle clausole stabilite, la retribuzione oraria di 3,20 euro con turni giornalieri di 10 ore, senza diritto ai previsti periodi di riposo settimanale e di ferie, in un luogo di lavoro privo dei requisiti in materia di sicurezza e igiene.

Vivevano in roulotte dismesse, senza servizi igienici e riscaldamento. Secondo la ricostruzione dei carabinieri gli arrestati avrebbero favorito l'immigrazione di due cinesi, fatti entrare in Italia clandestinamente, ai quali davano ospitalità in alloggi ricavati all'interno dell'area del laboratori.    

È stata sospesa l'attività imprenditoriale dopo l'identificazione di 19 lavoratori, 4 dei quali non in regola con le procedure di assunzione e dopo aver riscontarto violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono state comminate sanzioni amministrative per 21.000 euro e ammende per 173.000 euro.   

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