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Esplosione a Roma e allarme inalazione di monossido di carbonio, Pregliasco: "Possibili ustioni di terzo grado e danni ai polmoni. La mascherina non è efficace"
Va a fuoco un distributore di benzina nella Capitale, il commento del virologo sugli effetti legati alla salute dopo l'esplosione

Roma esplosione ad un distributore di benzina
Esplosione a Roma, ecco i principali rischi per la salute secondo Fabrizio Pregliasco
A seguito della fortissima esplosione che ha colpito oggi Roma, numerose sono state le domande sulle possibili conseguenze per la salute pubblica. Per fare chiarezza, abbiamo intervistato Fabrizio Ernesto Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi, oltre che professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano.
Pregliasco ha illustrato i principali rischi legati all’esplosione, tra cui emorragie interne, danni permanenti alla cute e perfino ustioni interne ai polmoni. Ha, però, rassicurato sull’assenza di un pericolo persistente per la popolazione, specificando che i rischi maggiori hanno riguardato prevalentemente le persone che purtroppo si trovavano nelle immediate vicinanze al momento dell’esplosione e che quindi sono state esposte in maniera acuta. Sono, comunque, in corso gli accertamenti per verificare l’eventuale presenza di sostanze tossiche residue nell’ambiente.
Dottor Pregliasco, quali sono i principali rischi per la salute in seguito all’esplosione? E cosa può accadere se si inala il GPL?
“Il problema più grave, in casi come questo, è rappresentato dalle ustioni, soprattutto da irraggiamento termico. Si tratta di ustioni che possono essere di primo, secondo o anche terzo grado, con conseguenze potenzialmente permanenti sulla cute. L’inalazione, in questo contesto, è un fattore secondario, ma non trascurabile. Ci sono poi i traumi da onda d’urto, tipici delle esplosioni: rottura dei timpani, danni polmonari, emorragie interne e persino perdita di coscienza. A questi si aggiungono le ferite da schegge e frammenti lanciati dalla deflagrazione".
E cosa può accadere se si inala il GPL?
Per quanto riguarda l’inalazione, ciò che si respira in casi simili non è il GPL in sé, ma i prodotti della combustione incompleta: monossido di carbonio, idrocarburi e fumi caldi. Questi possono causare intossicazioni acute, asfissia, danni alle vie respiratorie e addirittura ustioni interne ai polmoni. In queste ore si parla anche della possibile presenza di sostanze tossiche residue. Al momento si tratta di una valutazione teorica, perché l’incendio ha bruciato materiali vari — compresi materiali plastici — ma si attendono gli accertamenti in corso. È più che altro un invito alla massima attenzione, in attesa di dati certi sulla qualità dell’aria e sulle sostanze eventualmente rilasciate. Infine, non va poi sottovalutato l’aspetto psicologico: eventi traumatici come questo possono provocare disorientamento e disturbi neurologici.”
Che cosa raccomanda alla popolazione? L’uso della mascherina è utile in queste situazioni?
“No, in questo caso la mascherina – come la intendiamo comunemente – non è efficace. Non parliamo più di un rischio acuto: la nube tossica si è già dispersa nell’atmosfera, che ha un enorme volume di diluizione. In alcune situazioni specifiche si possono usare dispositivi di protezione individuale più avanzati, come le maschere ad ossigeno con bombole, ma sono strumenti pensati per chi opera sul posto, non per la popolazione generale. Purtroppo, in questi casi si tratta della sfortuna di chi si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il rischio vero è stato per chi era presente al momento dell’esplosione e ha subito un’esposizione acuta. Per tutti gli altri, al momento, non c’è un pericolo persistente.”