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Cronache
Voghera omicidio, Salvini: "Normale girare con la pistola". Alla vittima Tso

Youns El Boussetai, il 39enne marocchino ucciso con un colpo di pistola dall'Assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici sarebbe stato sottoposto a un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) tre settimane fa. Lo apprende l'AGI da fonti vicine alla famiglia. I problemi psichici di cui l'uomo soffriva si erano acuiti in seguito al lockdown. El Boussetai aveva contatti frequenti coi suoi familiari, tutti cittadini italiani, che vivevano in altre citta'.

Il padre a Vercelli, la sorella, che ieri sera e' arrivata a Voghera, in Francia, un altro fratello in Svizzera. La moglie e i due figli vivono in Marocco. Sul fronte delle indagini, oggi e' prevista la richiesta di convalida della Procura di Pavia dell'arresto di Adriatici, accusato di 'eccesso colposo di legittima difesa'.

Che potrebbe pero' non essere accompagnata anche dalla richiesta di convalida della misura cautelare dei domiciliari. Questo significa che i pm potrebbero dare l'ok per il ritorno alla liberta' dell'uomo, parere non vincolante per il gip che sara' chiamata a decidere dopo avere sentito Adriatici. Il nuovo interrogatorio, dopo il primo subito dopo il fatto, dovrebbe essere fissato per domani. 

Omicidio Voghera, il legale dei familiari: "Non avvisati dell'autopsia"

"L'autopsia di Youns El Boussetaoui e' stata effettuata ieri senza avvisare, come sarebbe dovuto avvenire, i suoi familiari, tutti cittadini italiani e con una residenza". Lo dice all'AGI l'avvocato Debora Piazza che assiste padre, fratello e sorella del 39enne di origine marocchina ucciso ieri con un colpo di pistola dall'assessore alla Sicurezza di Voghera Massimo Adriatici, accusato di 'eccesso colposo di legittima difesa'. Ai familiari El Boussetai, che aveva manifestato problemi psichici negli ultimi mesi, aveva detto che si sentiva 'a casa' in piazza Meardo, a Voghera, dove e' morto. Qui, diceva ai congiunti, aveva la 'sua panchina' e i suoi punti di riferimento ed era conosciuto da tutti. 

Voghera omicidio, Salvini: "Normale girare con la pistola se hai il porto d'armi"

"Se lo hanno 1.300.000 italiani, certificati da questure e prefetture, allora sì". Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, rispondendo - ospite di "Agorà" su Raitre - alla domanda se "è normale", come si è verificato nel caso dell'assessore della Lega, Massimo Adriatici, che martedì sera a VOGHERA ha sparato uccidendo un 39enne marocchino a VOGHERA, girare con la pistola in tasca anche andando al bar.

"La domanda è bizzarra - ha commentato Salvini - se uno ha il porto d'armi è assolutamente normale. Lasciamo che la magistratura, Polizia e Carabinieri facciano le indagini. Da quello che emerge chi si è difeso" ha agito avendo davanti "un soggetto pregiudicato, clandestino, noto per violenze, aggressioni e atti osceni in luogo pubblico. Non sta a me giudicare, lasciamo che le indagini vadano avanti".

"Naturalmente quando c'è un morto è sempre una sconfitta - ha proseguito Salvini - è sempre un momento di lutto, di preghiera e riflessione però, prima di giudicare o condannare, bisogna andarci molto cauti. Chi ha reagito è un docente universitario di diritto penale e istruttore di forze di Polizia, avocato penalista noto e stimato a VOGHERA, quindi non penso che VOGHERA si sia trasformato nel Far West". 

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