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Cronache
Zuppi attacca il governo sui campi in Albania. Dietro c'è...
Matteo Zuppi (foto Lapresse)

Zuppi attacca il governo sui campi in Albania

Il cardinal monsignor Matteo Zuppi spara a palle incrociate sui campi per gli immigrati in Albania, proposti in un accordo tra Giorgia Meloni con il Primo Ministro Edi Rama. “Sono di per sé un'ammissione di non essere in grado di gestire il problema. Ci si chiede perché non venga sistemata meglio l'accoglienza qui». E ancora: «Dico che è sicuramente importante avere un sistema di accoglienza che dia sicurezza a tutti, sia a chi accoglie che a chi viene accolto”.

Dietro a Zuppi, che gode della fiducia del Papa e che ha fatto fuori il Segretario di Stato Pietro Parolin, c’è la Comunità di Sant’Egidio a cui Zuppi è legatissimo e di cui è anche consigliere spirituale. Quindi si tratta del ritorno pieno in politica della Comunità di Sant’Egidio. Un movimento fondato nel 1968 da Andrea Riccardi che è stato anche ministro della cooperazione internazionale e l’integrazione nel governo Monti. Riccardi ha una storia strettamente legata al cattolicismo. È pronipote di un beato, Placido Riccardi. Andrea Riccardi fonda la comunità sull’onda del Concilio Vaticano II e di quel moto di rinnovamento della Chiesa assumerà molte delle sue caratteristiche salienti. Inizialmente si tratta di un “cristianesimo dei poveri” legato alle fatiscenti borgate romane e ai “preti operai” e poi si estende a tutta la realtà nazionale e soprattutto internazionale.

Zuppi, la questione migranti... Dietro c’è il PNRR e l’Imu (ex Ici)

Insomma, è evidente che a Zuppi la questione migranti interessa molto. Ma non si tratta solo della faccenda in sé. Dietro potrebbe esserci ben altro.

Intanto c’è il tema ricorrente dell’utilizzo dei fondi PNRR per l’accoglienza e per le attività sociali della Caritas. Zuppi è dall’inizio dell’anno che chiede al governo attenzione e denari per la vicenda. Anzi, spesso fa notare in occasioni sempre pubbliche che c’è un ritardo e che sarebbe un peccato sprecare l’occasione. Se si guarda poi la tempistica si potrà notare che le richieste avvengono ogni volta che lo Stato non è sollecito in tal senso.

Proseguendo il filo del ragionamento non è difficile capire che le recenti dichiarazioni riguardino le richieste della Ue di pagare il debito di ben 11 miliardi di euro. A sua volta lo Stato italiano ha scritto alla Cei, di cui il capo è Zuppi, chiedendo il versamento in quattro mesi del dovuto. La reazione è firmata dal segretario generale della Cei Giuseppe Baturi ma dietro c’è ovviamente Zuppi e Papa Francesco: “Molti enti ecclesiastici stanno ricevendo in questi giorni la notifica del provvedimento della Commissione europea, adottato lo scorso 3 marzo, relativo al recupero degli aiuti di Stato concessi sotto forma di esenzione dall’Imposta comunale degli Immobili (Ici) tra il 2006 e il 2011. La Segreteria generale sta monitorando la questione e fornirà indicazioni nei prossimi giorni".

Così si espresso Baturi.

Ecco dunque una possibile chiave di lettura della reazione sopra le righe avuta da Zuppi sull’accordo della Meloni con l’Albania. Reazione che ha sorpreso anche gli addetti ai lavori proprio per la sua virulenza non giustificata dal contesto e dai buoni rapporti che si erano instaurati negli ultimi tempi tra Italia e Vaticano, dopo un inizio difficile.

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