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Culture
Anna Varisco, una mostra di "buon compleanno" alla Triennale di Milano
GRAZIA VARISCO - Gnom-one-two-three, 1984

di Simonetta M. Rodinò

Compagna di strada di Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi, con i quali condivise l’esperienza del Gruppo T. - dove la lettera T sta per tempo e la cui poetica era centrata sulla variazione dell’immagine nella sequenza temporale – nei primi anni Sessanta, Grazia Varisco oggi compie 80 anni.

L’occasione ideale per la Triennale di Milano di dedicarle la monografia “Allineamenti scorrevoli ricorrenti”: una piccola selezione di opere che abbracciano un arco cronologico che va dai primi anni Ottanta, con opere come gli Gnomoni, fino a lavori recenti come quelli della serie dei Quadri comunicanti e dei Ventilati del 2015.

L’esposizione ha l’obiettivo di “restituire la sapienza con cui l’artista riesce a forgiare spazi e orizzonti variabili, trattenendo l’opera in uno stato di disequilibrio poetico”, spiega la curatrice Elena Volpato. Sì, perché il metallo appare liquido, l’ombra assume spessore scultoreo, il filo rosso di una delle opere sembra distendersi nel tempo più ancora che nello spazio.

La stanza quadrata dell’Impluvium è percorsa da una sorta di linea di orizzonte: se i lavori della serie “Quadri Comunicanti” e “Ri-velati” risultano come linee abbozzate solcate da segmenti frammentati da vuoti all’interno delle cornici sono raccontati seguendo un principio verticale, gli ultimi lavori seguono l’orizzontalità.

Una vita intensa quella dell’artista milanese: formatasi all’Accademia di Brera, dove ebbe tra i suoi docenti Achille Funi, dal 1961 al 1967 collabora con La Rinascente, che le permise di “agganciare le esperienze artistiche con i lavori di progettazione grafica”, confida l’artista. Momenti di grande scambi, grazie anche all’apporto di incontri professionali, come quello con Bruno Munari, e di accrescimento personale con l’acquisizione del controllo sull’equilibrio dell’immagine.

Il suo lavoro segue da sempre, nelle varie fasi dall’informale, da cui fu influenzata e poi oltrepassò attraverso il movimento, all’arte programmata e cinetica a oggi, delle regole molto precise, ma anomale, sorprendenti, mantenendo costantemente la relazione tra spazio e tempo, in una sorta di “ambiguità percettiva”. Come dire: tutto ciò che è quello che si vede è anche altro.

Grazia Varisco dedica la mostra al suo maestro Guido Ballo, per il quale, non a caso, l’arte non aveva altra ragione che quella poetica: non è più questione di forma o materia, di rappresentazione del vero o di racconto fantastico, ma di liricità.

 “Grazia Varisco. Allineamenti scorrevoli ricorrenti”

Triennale di Milano -  Viale Alemagna 6 - Milano

6 ottobre -12 novembre 2017

Ingresso libero

Infoline: 02-724341

www.triennale.org

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