Scalfari e la filosofia, un'antinomia
Le profonde riflessioni di Eugenio Scalfari
“Lo Spirito Santo nella mente del laico”, questo il titolo di un articolo di Eugenio Scalfari nella sezione “Cultura” de La Repubblica di martedì 14 giugno. E queste alcune righe: “Dunque lo spirito c'è, noi l'abbiamo. È condizionato dalla mutabilità del corpo, ma a sua volta lo condiziona. E si domanda se, dopo la morte, esiste un aldilà. A volte dice no, a volte dice sì e in questo caso cerca di immaginare che cosa sia quell'aldilà. Così è nato Dio che inevitabilmente morirà quando la nostra specie, come tutte le cose che nascono, scomparirà”. Così è nato Dio... E poi: “Ma se la mente non si pone affatto il problema dell'aldilà, Dio da quella mente non viene neppure immaginato, neppure inventato. La morte, la sorella morte, quella sì, tutti noi sappiamo che verrà e al momento decisivo ci toccherà la spalla e tutto sarà finito. Se tutte le menti pensassero in questo modo Dio non esisterebbe per nessuno. Ma un'altra domanda si pone: chi ha creato l'Universo in cui viviamo? Una risposta scientifica spiega come è fatto ma non come è nato e come morirà. Si può pensare che sia eterno? La parola eternità evoca la categoria del tempo. Ecco un'altra domanda: che cos'è il tempo?”. Insomma, sicuramente sarò io l’ingenuo, ma trovo queste riflessioni di Scalfari, di un’ingenuità e, direi, banalità sconcertanti. Però, sicuramente l’ingenuo sono io, sicuramente sono io che non capisco la profondità e l’originalità delle riflessioni.