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Culture
Festival della Comunicazione di Camogli 2020: socialità, resilienza e provocazione

Si è chiusa da poco la VII edizione del Festival della Comunicazione di Camogli. Socialità il focus di quest'anno. Le interviste di Affaritaliani.it agli ospiti della manifestazione.

Scriveva Umberto Eco: “Non c’è crescita collettiva senza che si recuperi il senso vero e autentico della socialità. Quella basata sul modello del dialogo socratico, del confronto aperto, del continuo esercizio dialettico di critica e di autocritica. Bisogna mettersi alla prova, farsi conoscere, intervenire nel dibattito locale, ascoltare le opinioni, cambiare pian piano il proprio modo di vedere, pensare e scrivere, guardandosi dalle forme di pseudo-partecipazione del web, che, al contrario, stanno idolatrando l’ideale della assoluta presa di parola”. 

Socialità come progresso, come forma di libertà, fonte primaria dell'intuizione creativa. Socialità come libera espressione del proprio pensiero e della propria arte attraverso cui l’uomo esprime il proprio sentire. Questo è il potentissimo fil rouge che lega ed intreccia le testimonianze degli oltre 100 ospiti - protagonisti del mondo scientifico, culturale, tecnologico, artistico, economico, imprenditoriale, dello spettacolo e dell’intrattenimento - presenti al Festival della Comunicazione 2020. Intrecciati con l'obiettivo di creare una vibrante sinestesia di voci, colori, atmosfere, pensieri e punti di vista, capaci di coinvolgere tutti.

Ideato con Umberto Eco, diretto da Rosangela Bonsignorio e Danco Singer e organizzato da Frame in collaborazione con il Comune di Camogli, il Festival di quest’anno si basa quindi sul tema della Socialità, materia viva e pulsante delle nostre società, alla base di ciò che siamo, del nostro modo di vivere, di produrre senso, di maturare esperienza.

«Il Festival della Comunicazione è diventato un punto di riferimento a livello nazionale e rappresenta un importante elemento di promozione per il nostro territorio» commenta il Sindaco di Camogli Francesco Olivari. «Pur essendo stato pensato alla fine della scorsa edizione, il tema di quest’anno – la Socialità – a causa della chiusura dovuta al Covid è ancora di più stretta attualità. Dopo questi mesi di chiusura che abbiamo vissuto, ora sentiamo tutti un grande bisogno di rioccupare le piazze e di incontrare le persone, di socializzare».

Il Festival 2020 si è aperto con la lectio di Gianrico Carofiglio “Della gentilezza e del coraggio. Conversazione sull’arte della politica”. A ricevere il Premio Comunicazione è stato quest’anno Rosario Fiorello, per la sua capacità di farci affrontare il nuovo con una carica di freschezza ed energia riuscendo a mettere in scena la varietà della vita.

Grande novità 2020, trasversale al programma del Festival, è stata la fascia Mondo Podcast, un appuntamento quotidiano che ha permesso di approfondire il mondo dei contenuti audio-entertainment in cui la parola e la voce sono protagoniste, come i podcast. Centrale è anche il programma Dentro e intorno al Festival, da sempre uno dei punti forti del Festival, con le rassegne stampa del mattino, le colazioni con l’autore, gli aperitivi del Festival, i laboratori, le escursioni, le mostre e una fitta serie di spettacoli.

Festival di Camogli 2020, tra socialità, resilienza e provocazione: i commenti dei protagonisti del mondo economico, imprenditoriale e dell'intrattenimento

Ci troviamo immersi in una società sempre più improntata alla condivisione e alla socialità: chat, social network, sharing economy, cohousing, carsharing, crowfunding e cloud.  Proprio in virtù di questi cambiamenti la Socialità è il fil rouge che lega ed intreccia le parole degli ospiti del Festival della Comunicazione di Camoglio 2020. Oltre, infatti, a relatori del mondo digitale, editoriale, culturale e dello spettacolo sono presenti anche protagonisti del mondo economico e imprenditoriale, indispensabili per comprendere verso quale società ci stiamo avviando e in che modo la socialità influisca nei processi produttivi, nelle azioni politiche, economie e nei complessi rapporti internazionali.

Massimiliano Bianco, Amministratore Delegato di Iren ai microfoni di Affaritaliani.it: “Il Gruppo Iren è strutturalmente impegnato in un percorso di crescita che pone al centro la sostenibilità. Per noi sostenibilità significa orizzonte di lungo termine, chiarezza negli obiettivi di natura ambientale, sociale e di governance. Questo è il cardine su cui si fonda la declinazione operativa con circa tre miliardi e mezzo di investimenti al 2024 e un ulteriore innalzamento della qualità dei servizi. La comunicazione è un tutt’uno con il nostro modo di essere impresa. Oggi comunicare significa far percepire i valori che portiamo, oltre l’eccellenza del servizio. Sono i valori della sostenibilità, della tutela dell’ambiente e della sensibilità allo sviluppo dei territori. Ora c’è la voglia di voler fare di più, pensiamo di poter portare un grande contributo al rilancio economico del Paese. Quindi per noi la ripartenza è innalzare il livello degli investimenti e di infrastrutture”.

Antonio Baravalle, Amministratore Delegato Lavazza ai microfoni di Affaritaliani.it: “La resilienza è la nostra capacità in questo momento di ripartire. Siamo un esempio per tutta Europa. E’ la nostra occasione per traghettare al prossimo futuro con uno sviluppo che sia sostenibile, più vicino alla comunità e al sociale. La comunicazione è parte importantissima del DNA di Lavazza; si è molto evoluta nel tempo ed è un modo per continuare a trasmettere i nostri valori. Abbiamo avuto un lockdown con regole molto rigide, ancora oggi abbiamo solo il 25% delle persone in ufficio e il 75% in smart working. La pandemia ci ha fatto riflettere, ci ha insegnato a pensare al lungo termine e non al domani perché quello che sembrava impossibile è accaduto”.

Enrico Bertolino comico, cabarettista e conduttore televisivo ad Affaritaliani.it: “E’ stato uno spettacolo di provocazione. Ci piace provocare perché siamo nati per quello. Abbiamo fatto i buffoni sull’attualità, sulle cose che succedono, in chiave ironica riuscendo a creare divertimento assicurato per il nostro pubblico. Perché il messaggio è che bisogna anche divertirsi e sapersi prendere in giro”.

Il Festival di quest'anno ha insegnato che non si è oggetti smarriti nel tempo. La Storia è intessuta di storie, di migrazioni, e si schiudono in continuazione nuove occasioni di contatto che permettono una circolazione di idee, correnti di pensiero ed invenzioni che permettono di azionare il motore del progresso. La conoscenza nasce infatti dalla contaminazione delle idee, capaci di oltrepassare le barriere del tempo e dello spazio geografico fluendo da una generazione all’altra, in continuo sviluppo, attraverso le relazioni sociali.

La socialità definisce una forma mentis, una postura mentale, costruisce una quotidianità pervasiva che si riflette nell’architettura, governa i processi produttivi, definisce le azioni politiche, quelle economie e i complessi rapporti internazionali, condizionando l’attività di aziende, città, governi e nazioni. E la ritroviamo nella famiglia, nella scuola, nello sport e nel tempo libero.

La socialità è alla base del cambiamento, della trasformazione continua ed incalzante con cui costruiamo il nostro futuro. Stiamo vivendo una progressiva transizione verso una società sempre più improntata alla socialità e alla condivisione: non solo chat, new media e social network, ma anche sharing economy, cohousing, carsharing, crowdfunding, cloud. E per affrontare le nuove sfide globali sempre più incalzanti – dalla transizione energetica alla salvaguardia ambientale, dall’avvento dell’intelligenza artificiale alla riduzione delle diseguaglianze – occorre combattere con una nuova azione collettiva.

Occorre riscoprirsi parte di un’umanità che ha nella differenza la sua più grande ricchezza e nella socialità la sua arma più potente.

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