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Culture
“I diari di Angela - Noi due cineasti”. Leggi l'intervista a Yervant Gianikian

 

RIAPERTURA STRAORDINARIA DELLA MILANESIANA, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, per “I diari di Angela - Noi due cineasti” di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi (nel volantino allegato tutti i dettagli della serata)
 

Intervista a Yervant Gianikian

 

*I film di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi hanno molti punti in comune con il linguaggio poetico, il più evidente è l'urgenza della verità.

I due autori, Leone d'oro alla Biennale d'Arte di Venezia 2015, attingono per la compilazione dei film al loro archivio che è fonte inesauribile di storie e immagini.

Partiamo da qui? Come nasce l'idea dell'utilizzo dell’archivio nei vostri film?      

 

Per “I diari di Angela-Noi due cineasti” ho usato dei materiali privati, girati negli anni. Il materiale riguarda la nostra vita, quella di tutti i giorni, e i viaggi di lavoro in luoghi lontani. Siamo stati sempre alla ricerca di elementi fondamentali per la costruzione dei film. Talvolta ci siamo imbattuti in paesi sconvolti dalla guerra e dai mutamenti politici. Abbiamo condiviso importanti momenti, con amici e con persone sconosciute. Io custodisco gli oggetti più disparati, cercati con cura, che sono serviti per fare la nostra trilogia della guerra. Per i film scovo fotogrammi inediti, dimenticati. Ad esempio, per l’ultimo ho ripescato dall’archivio tanto materiale girato, come dicevo… Non l’avevo mai visto prima, preso com’ero dal filmare; allora era secondario per me riavvolgere la pellicola. I primi nostri film li facevo in 8mm, in super8, in 16mm, poi sono arrivati i video in formati differenti. All’inizio del nostro lavoro avevo recuperato materiali filmici del Secolo scorso che non erano più visibili a causa della decomposizione del materiale. Ho cominciato ad osservare i fotogrammi, uno per uno, con l’aiuto di una lente d’ingrandimento. Le immagini riguardavano eventi storici sconosciuti o dimenticati. Cominciammo così ad escogitare meccanismi in grado di riprodurre i fotogrammi quasi perduti.

i diari di angela
 


* Qual é la genesi del vostro primo lavoro insieme? 

 

Angela aveva girato un suo film nel 1975 sulle festività religiose nel mese di maggio in Romagna, un breve documentario etnografico in un formato cinematografico ridotto che non aveva ancora sviluppato. Dopo, quando ci siamo conosciuti, ho inserito nel film delle sovrapposizioni di elementi visivi sui temi religiosi che lei aveva filmato. Era possibile filmare sulla stessa pellicola con alcuni accorgimenti per non cancellare ciò che vi era già stato fissato. Infine lo vedemmo insieme e fu una vera sorpresa. Il titolo del lavoro è “Erat Sora”, da un anagramma di Ezra Pound.

 

  * Quanto è importante il rapporto con la poesia in quest'ultimo film?

 

Il nostro lavoro è stato definito dagli studiosi poetico e politico, per altri ancora etico ed estetico. Alla parola poesia alcuni  preferiscono gesto d’arte. Per me il nostro fare è una ricerca di immagini perdute.

 

 * Le fonti del lavoro, l'archivio, i materiali privati di una vita nei "Diari di Angela"...

 

In passato ho lavorato sulle immagini d’archivio con la “camera analitica”, ho cercato i dettagli nascosti nei fotogrammi per scoprire le ideologie del Novecento. Per “I diari di Angela” ho frugato soprattutto nell’archivio privato, mai lo avrei immaginato… 


* La poesia ha come obiettivo principale di combattere la menzogna. Anche per il vostro lavoro cinematografico è così? I vostri lavori sono distanti anni luce dalla fiction. La guerra, le guerre e i loro soldati, vivi e morti.

 

Trovo insopportabili le guerre e le sue finzioni, conosco la morte vera dei soldati. L’ho filmata attraverso centinaia di migliaia di fotogrammi, l’ho catturata con la mia “camera analitica", soltanto così sono riuscito a rendere visibile sullo schermo una morte impercettibile. La velocità di alcuni strumenti tecnici può rendere, dopo tanto lavoro, visibili i dettagli. Le microscopiche scoperte.

 

* Nel tuo lavoro si incontra prima la poesia dei fotogrammi, poi la narrativa con le sue storie mute. Pare che ci sia un legame, una sorta di ‘alchimia’ che unisce l'una all'altra, che ne pensi?

 

La forza dell’immagine, se mostrata senza parole né commenti, arriva con un’energia inaudita. Non mi interessa insegnare nulla. Ciò che mi assilla è la possibilità di trasportare sullo schermo non solo delle immagini dimenticate, ma di catturarne il significato più profondo e nascosto, di far emergere dei dettagli altrimenti sepolti.

 

* Per Freud il passato è il ritorno delle ombre. Nel tuo ultimo film "I diari di Angela - Noi due cineasti" la memoria sembra essere l'ossessione principale, il filo rosso del film, è così?

 

La memoria è velocità,  è l’osservatorio privilegiato di ogni artista. Il mio film dura 125 minuti e contiene le nostre vite. Non avevo altra scelta che fare questo film, per me e per Angela.

 

* La filosofa Maria Zambrano afferma: "Ogni epoca trova una sua giustificazione di fronte alla storia per la scoperta di una verità che in essa acquista chiarezza".  Dal punto di vista del cinema qual è la possibile verità? 

 É impotente il cinema di fronte alla ferocia della realtà, di conseguenza nessuna verità è possibile.

 

 * "Quello che veramente ami non ti sarà strappato, quello che veramente ami é la tua vera eredità," scrive Ezra Pound. L'eredità, quali i progetti in cantiere?

 

Tanti ma non posso rivelarli ora. L’intento è lottare per sconfiggere la menzogna, ho una promessa da onorare.

 

* Nei vostri film c'è sempre una particolare attenzione al Sud del mondo...

 É vero, è tutto vero, il Sud del mondo mi fa pensare anche alle insufficienze del Sud Italia, ma anche alle sue commoventi bellezze.

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yervant
Yervant Gianikian

Elisabetta Sgarbi
Elisabetta Sgarbi


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LA MILANESIANA  
Letteratura Musica Cinema Scienza Arte Filosofia Teatro e Diritto
Ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi

Lunedì 14 gennaio, seconda riapertura di Milanesiana dopo la serata dedicata al Premio Nobel Jean-Marie-Gustave Le Clézio con la proiezione in anteprima di

I DIARI DI ANGELA. NOI DUE CINEASTI

di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi

Dopo l'incontro con Yervant Gianikian di luglio intitolato "Cos'è una rosa", La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, lunedì 14 gennaio dedica un altro omaggio ad Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, con la proiezione in anteprima di "I Diari di Angela. Noi due cineasti", il film in cui Yervant percorre il diario che Angela teneva, con parole e disegni, su fatti pubblici, privati, incontri, letture, viaggi, la sua esperienza di insegnante di bambini speciali. Il filo ininterrotto di un sodalizio artistico e di un amore che Yervant continua a tessere, una promessa.

Insieme al regista saranno presenti Paolo Mereghetti e Alberto Pezzotta. Introduce Elisabetta Sgarbi.

Lunedì 14 gennaio 2019 | Cinema Mexico Via Savona 57, Milano | Ore 21 | Ingresso Euro 7,50

In collaborazione con Fondazione Corriere della Sera, Cenacolo Artom, Cinema Mexico

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