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Culture
Jenny Saville, Firenze: in mostra l'artista vivente donna più costosa al mondo
1) Jenny Saville, “Fulcrum”, 1999, Olio su tela, 261.6 x 487.7 cm, 103 x 192 in. © Jenny Saville. Tutti i diritti riservati, DACS 2021. Collezione privata. Courtesy Gagosian

Con un dipingere doloroso e immagini potenti e abbaglianti, Jenny Saville sa esprimere la sofferenza del vivere contemporaneo

La più geniale artista donna vivente è probabilmente la camaleontica Yayoi Kusama, non per nulla l’unica che figura nell’elenco delle 20 esposizioni più visitate al mondo. Di certo però nelle primissime posizioni, nonostante la poetica molto più drammatica, che vede l’esistenza come sofferenza, esposta in ritratti vibranti e in rappresentazioni grottesche del corpo, c’è la 51enne inglese Jenny Saville, che debuttò nel gruppo degli Young British Artists una trentina di anni fa.

A titolo di “certificazione” ricordiamo che il suo grande autoritratto Propped è stato aggiudicato in asta nel 2018 per oltre 11 milioni di euro, facendo di lei l’artista vivente donna più costosa al mondo.

Apprezzata fin dagli esordi nel gruppo dei British Young Artists, Saville ha dimostrato un’attenzione al corpo umano e alle sue imperfezioni tanto profonda da portarla a studiare anatomia a New York presso un chirurgo estetico nel 1994. A Firenze, nel Museo Novecento (di cui si può apprezzare la ricca collezione permanente e la bella mostra, aperta fino all’1 maggio, Leoncillo. L’antico, dedicata allo scultore e poeta umbro Leoncillo Leonardi – Spoleto, 1915/ Roma, 1968 – e alla sua relazione con i grandi del passato) sono esposte un centinaio di opere, dipinti su tela e bozzetti su carta, che narrano i sussulti, le variazioni e le vulnerabilità del corpo femminile.

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Si parte dai ritratti, magnifici e suggestivi, vivi e coinvolgenti, ambigui e con riferimenti altissimi, da Lucien Freud a Graham Sutherland, ma anche Tiziano e Rubens, e bassi richiami alla cronaca e ai ritagli di giornale che lascia dietro di sé.  

Il suo è un dipingere doloroso, con immagini insieme potenti e abbaglianti, di un espressionismo attuale che sa confrontarsi con l’informale e con il “classico”, specchio che all’impatto supponiamo distorto e quasi malato, ma che, con il proseguire della visita, ci appare sempre più realistico di quel noi profondo impantanato nel combattere con la difficoltà della condizione umana.

MothersJenny Saville, “The Mothers”, 2011, Oil and charcoal on canvas, 270 x 220 cm. © Jenny Saville. All rights 
 

L’artista inglese si muove sul filo di rasoio dove si incontrano gli estremi repulsione e fascino, dove i canoni stereotipati di bellezza imposti dalla società vengono stravolti, dove si mescolano il figurativo e l’astratto in una tensione che ne rivela l’atemporalità.

Tra le opere che colpiscono più a fondo il drammatico Rosetta II, ritratto di una giovane donna italiana non vedente, ma dagli occhi azzurri velati e luminosi, collocato sopra l’altare all’interno dell’ex chiesa dello Spedale, che nella sua potenza iconica quasi obbliga lo spettatore a distogliere lo sguardo, e il maestoso Autoritratto (After Rembrandt), che la raffigura alla maniera dell’Autoritratto con due cerchi del maestro olandese. 

aleppoJenny Saville, “Aleppo”, 2017 – 2018, Pastello e carboncino su tela 200 x 160 x 3.2 cm, 78 3/4 x 63 x 1 1/4 in. © Jenny Saville. Tutti i diritti riservati, DACS 2021. Foto: Lucy Dawkins, National Galleries of Scotland. Collezione dell’artista. Courtesy Gagosian
 

Si passa, nell’alternarsi magistrale di olio, carboncino e pastello, e di un segno dinamico, fluido oppure abbozzato. da energici schizzi a grandi formati fitti e materici, a figure intere, “studi”, dettagli, disegnati alla maniera dei grandi maestri, ma in forme spesso grottesche, con membra flaccide e informi, con una sessualità a volte esasperata a volte aleatoria, in cui il dinamismo è mentale e/o monumentale.

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Sempre Saville sa esprimere la sofferenza del vivere contemporaneo, spesso facendo riferimento ai grandi maestri del Rinascimento, con i quali dialoga quando disegna e dipinge e direttamente oggi, quando distribuisce alcune opere fondamentali in quattro altre location: il michelangiolesco Studio per la Pietà al Museo dell’Opera del Duomo; un disegno e due dipinti alla Casa Buonarroti; Le Madri al Museo degli Innocenti, in cui la maternità assume valenze eterne e insieme discordanti; la monumentale fusione di tre corpi femminili in Fulcrum a Palazzo Vecchio. 

Rosetta Jenny Saville, “Rosetta II”, 2005 – 2006, Olio su carta, montato su tavola, 252 x 187.5 cm, 99 3/16 x 73 13/16 in. © Jenny Saville. Tutti i diritti riservati, DACS 2021 Collezione privata. Courtesy dell’artista e di Gagosian
 

Jenny Saville a Firenze

Museo Novecento – Piazza Santa Maria Novella n. 10, Firenze

orario: 11/20; chiuso il giovedì

biglietti con prenotazione obbligatoria: € 10,50; ridotto € 5,50 per under 25 e convenzioni; gratuito per under 18, studenti e accompagnatori, portatori di handicap e accompagnatori, guide turistiche, interpreti, giornalisti, convenzioni

Info e biglietteria: tel. 055 286132 / info@musefirenze.it 

Study for PentimentiJenny Saville, “Study for Pentimenti III (sinopia), 2011, Carboncino e pastello su carta, 200 x 152 cm, 78 11/16 x 59 13/16 in. © Jenny Saville. Tutti i diritti riservati, DACS 2021. Foto: Mike Bruce. Collezione privata. Courtesy dell’artista e di Gagosian
 

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