Culture
Klimt alla ricerca del bello: virtuosismo, allegorie, sensualità













di Simonetta M. Rodinò
La Vienna del Novecento, capitale dell’Impero austro-ungarico, nonostante il declino delle istituzioni politiche, resta il centro delle innovazioni in tutti i campi dell’arte e non solo: se da un lato Sigmund Freud si afferma come fondatore della psicoanalisi, personalità come Hugo von Hofmannsthal, Karl Kraus e Arthur Schnitzler dominano il campo della letteratura. Se poi in ambito musicale l’impronta è data da compositori come Arnold Schönberg e Gustav Mahler, lo scenario pittorico ha in Gustav Klimt la figura dominante. All’artista, nato a Vienna nel 1862, è dedicata la mostra “KLIMT. Alle origini di un mito”, da domani a Palazzo Reale di Milano.
La rassegna, curata da Alfred Weidinger e realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna (Österreichische Galerie Belvedere), più che un viaggio all’interno del percorso speculativo di Klimt, rivela i contorni socio-culturali e familiari di questa figura di straordinarie capacità di linguaggio, amante della musica e ricercatore del bello. L’esposizione ha inizio dal sodalizio artistico con due suoi fratelli, attraverso opere che ritraggono il nucleo familiare, per passare poi al periodo di formazione, testimoniata da bozzetti per scene teatrali e lavori di più autori, per giungere alla sala sulle cui pareti è esposta la riproduzione, del 1985, dell’originale del “Fregio di Beethoven, ispirato alla nona sinfonia del compositore ed esposto nel 1902 a Vienna all’interno del Palazzo della Secessione. Nella quinta stanza (finalmente) un capolavoro klimtiano: la “Salomè” del 1909. La splendida composizione risente di un gusto simbolista, che nell’intreccio di amore e morte esalta la figura femminile, connotata di aspetti demoniaci e insieme conturbanti: la donna, immersa in uno stato di trance, girata di tre quarti, avanza trattenendo per la chioma la testa decapitata. Guadando poi, nella sala accanto, un altro superbo lavoro “Fuochi fatui”, si avvertono gli echi delle donne vampiro di Munch. Due stanze sono dedicate ai paesaggi, tra cui “Bosco di pini d’inverno”, di Koloman Moser, anch’egli tra i fondatori delle Secessione viennese, e “Girasole” di Klimt, che per la prima volta esce dal museo di Vienna. Prima di concludere la mostra con la sezione che ospita il nudo, tra i suoi famosi disegni erotici anche la tela incompiuta “Adamo ed Eva”, un omaggio alla bellezza femminile è offerto dai ritratti di gran virtuosismo di cui già da giovane Klimt era molto capace. La rassegna, da cui ci si aspettava più Klimt e meno contorno, è promossa dal Comune di Milano, organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group.
“KLIMT. Alle origini di un mito”
Palazzo Reale - Milano
12 marzo – 13 luglio 2014
Orari: lunedì 14.30 – 19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30; giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Per prenotazioni e informazioni: 02 54917
Catalogo: 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE
www.klimtmilano.it