Lorenzo Marini alla George Bergèr Gallery di New York - Affaritaliani.it

Culture

Lorenzo Marini alla George Bergèr Gallery di New York

Continua la scalata di Lorenzo Marini al “sistema dell'arte”. A tre mesi dalla doppia personale newyorkese/milanese, 7 opere alla George Bergèr Gallery di NY

Di Milo Goj

Continua la scalata di Lorenzo Marini al “sistema dell'arte”. A tre mesi dalla doppia personale newyorkese/milanese di aprile, quando espose in contemporanea alla Gallery Center di Manhattan e alle sale/mostre dei Mondadori store, l'artista veneto (ma milanese d'adozione) è presente con sette opere, per un mese, presso la George Bergèr Gallery di New York. Da notare che  al 462 West Broadway, dove ha sede la galleria, sarà l’unico artista italiano in esposizione. Berger, uno dei più noti galleristi Usa, ha come metodo quello di connettere collezionisti, investitori e artisti.

Lorenzo Marini è uno dei più noti creativi italiani, presidente dell'omonimo gruppo di comunicazione. Prima di laurearsi in architettura e di iniziare la carriera di art director, aveva frequentato l'Accademia di belle Arti di Venezia. Da allora, privatamente e in stretto riserbo, ha sviluppato una ricerca pittorica, che ha deciso di rendere pubblica solo nell'autunno 2014. In meno di due anni è stato protagonista di una decina di personali, quasi tutte in spazi pubblici e ha portato 8 grandi tele all'ultima edizione di Art Basel Miami.

Le opere esposte a New York sono state realizzate nello studio di Los Angeles di Marini. Rispetto ai lavori con cui si è presentato al pubblico italiano la monocromia del bianco lascia lo spazio a campiture cromatiche vibranti e vivaci. «L’energia che trovo in America suggerisce un rapporto diverso con i colori e la materia», racconta, «mentre i dipinti italiani sono molto più rarefatti e contemplativi quelli che escono dalle mie notti a Santa Monica risentono di una dimensione mentale diversa, più panteista, più dinamica, più “immersiva”. Non sono mai stato attratto dalle mode e il trendy mi fa orrore. Vivo questo successo arrivato velocemente come uno stimolo e non come un arrivo. Le quotazioni a New York crescono in maniera inaspettata ma io lavoro cercando l’eleganza del silenzio e l’introspezione del pensiero. Preferisco le correnti profonde del mare alla schiuma fluttuante delle onde».

E il ping pong di Marini tra New York e Milano continua a livelli sempre più prestigiosi. L'artista sarà protagonista di una personale dal 3 al 30 ottobre presso la gloriosa Permanente di via Turati, dove presenterà in anteprima a Milano la sua nuova tematica TypeVisual, una ricerca sulla bellezza dell’alfabeto.