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Culture
Mostre/ Jackson Pollock, sublimi grovigli calligrafici senza confini
Pollock - Stenographic Figure, 1942

di Simonetta M. Rodinò

Pollock disegnava con facilità sia dalla natura sia nel regno della fantasia e lo sviluppo stilistico dei suoi disegni riflette quello dei dipinti.

All’artista statunitense, rappresentante più emblematico dell’action painting, e il cui espressionismo astratto ruppe molte convenzioni, è dedicata la mostra “Pollock figurativo”, nell’edificio nuovo del Kunstmuseum di Basilea: una panoramica rappresentativa dell’iter artistico come pittore figurativo da metà degli anni Trenta fino alla morte prematura nel 1956.

L’interessante rassegna si svolge cronologicamente e ospita un centinaio tra tele e opere su carta.

Dopo un profondo studio dei grandi maestri, Michelangelo, El Greco - il suo preferito -  e Rembrandt, Pollock è attratto dagli accenti visionari dell’arte dell’americano Albert Pinkham Ryder (1847 - 1917) e dalla difficile simbologia dei disegni rituali degli indiani Navaho.

Ecco in una sala le tele in cui amalgama simbologie dei Maya e teste sacrificali della cultura dei pellerossa realizzate con olio e sabbia.

 

Negli anni della formazione guarda anche al violento espressionismo della pittura messicana di José Clemente Orozco, per poi volgersi alle esperienze contemporanee europee, in particolare all’opera di Pablo Picasso e alle soluzioni surrealiste di Max Ernst.

I quadri di questo periodo sono caratterizzati dalla rappresentazione di esseri umani e immaginari ricollegabili al trattamento psicoanalitico cui l’artista si sottopose per tentare di vincere l’alcolismo.

 

Ecco poi i disegni “surrealisti”, o comunque in risposta all’influenza surrealista, popolati da personaggi che sembrano emergere da paesi mitici, oppure velati, quasi sepolti da campiture di colore e pennellate espressive. “Quando si dipinge dall’inconscio, le figure sono destinate a emergere”, raccontava.

 

Verso la seconda metà degli anni Quaranta abbandona le fantastiche anatomie d’ispirazione totemica e presenta le sue prime opere astratte, dirette proiezioni dell’inconscio di forte impronta gestuale, ottenute con la tecnica del dripping.

 

Nei lavori del periodo maturo la figurazione è inserita nei motivi vorticosi delle superfici dipinte. Lo scenario è cosmico: da lacci che fluttuano su fondi chiari a grovigli impenetrabili che oscurano il fondo, da sferzate di pittura d’alluminio a sgocciolature e schizzi di smalto dai colori vivaci.

 

Le composizioni, spesso di notevoli dimensioni, il movimento e la raffinita sensibilità cromatica, risultato immediato del succedersi delle pulsioni interne, sono le sue cifre stilistiche riconoscibili.

 

“Dipingere è un modo di essere”, diceva l’artista. Che fu perseguitato per tutta la vita dalla depressione e dall’alcoolismo. Morì ubriaco al volante della sua auto. Aveva 44 anni.

 

“Pollock figurativo”

Kunstmuseum Basel -  New building

St. Alban-Graben 20 – Basilea – Svizzera

Durata: fino al 22 gennaio 2017

Orari: martedì, mercoledì, venerid, sabato e domenica 10 – 18; giovedì 10-20, chiuso lunedì

Ingresso alle   Kunstmuseum Basel's collections (Gegenwart, New building, Main building) libero on Tuesdays, Wednesdays, Fridays, and Saturdays dalle 17 alle 18

Ingressi: intero CHF 16/23 – ridotto CFH 8

Infoline: +41 61 206 62 62

www.kunstmuseumbasel.ch

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Tags:
mostra jackson pollockpollock mostra





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