Culture
Mostre/ Potere e fascino della scultura nella Roma imperiale e papale










di Simonetta M. Rodinò
In origine ospizio, dal XV secolo poi convento dei Frati Serviti, lo splendido edificio dal 1982 ospita il Museo d'arte di Mendrisio. Al primo piano, nel silenzio dei corridoi e delle stanze, s'incontrano una settantina di sculture in marmo, alabastro e porfido proposte dalla mostra "Roma eterna. Capolavori di scultura classica. La collezione Santarelli", da domenica al museo del Cantone della Svizzera italiana.
Tema cardine dell'elegante rassegna è l'Urbe, la sua classicità e l'alternanza di stili che si sono susseguiti: dall'età imperiale alla scultura medioevale, da quella rinascimentale alla barocca, fino alla neoclassica.
Il percorso, che si snoda cronologicamente, ha inizio con una serie di teste e busti in marmo riproducenti divinità ed eroi. La varietà di marmi che Roma riceveva come tributo dalle province conquistate era, già all'inizio del II secolo dopo Cristo, in numero superiore a cento!
Una curiosità: i marmi che furono trasportati nella "città eterna" nei 500 anni dell'Impero sono serviti come deposito e come cava di approvvigionamento di materiali per la costruzione delle chiese e per gli scalpellini di tutta Italia nei 1500 anni seguenti. Erano marmi colorati. Anche se noi, come in un sogno in bianco e nero, siamo abituati a vedere civiltà e architetture del passato senza le cromie originali o con pochissimi riferimenti per comprenderli.
"Tutte le chiese barocche di Roma, della Campania, Puglia, Sicilia, ma anche a nord di Roma, sono incrostate di marmi colorati romani, saccheggiati dai palazzi imperiali e riusati in lastrine sempre più sottili per creare le tarsie di altari e paliotti, o per i pavimenti, le colonne e le acquasantiere", spiega Dario Del Bufalo, presidente del comitato scientifico Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli.
Una stanza è dedicata agli animali. Non venivano scolpiti animali domestici, ma solo belve vigorose, dalle caratteristiche fisiche più accentuate, compresa la potenza sessuale e riproduttiva. Non a caso divennero i simboli di divinità e regnanti, legittimandone il potere: aquila Zeus, civetta Atena, leone di Nemea…Di straordinaria bellezza la "Testa di leone" del XIII secolo scolpita con porfido rosso egiziano. I romani preferirono cavare il porfido a migliaia di chilometri, dall'altra parte del Mediterraneo - con difficoltà enormi per attraversare i deserti egiziani che circondavano l'area dei monti porfiretici - considerando non perfetto il punto di rosso del porfido delle Alpi italiane, fra Trento e Bolzano.
Nell'ultima sala è presentata una selezione di 15 grandi frammenti di materiali provenienti da differenti regioni del Mediterraneo, oltre a due vetrinette ottocentesche che custodiscono, ciascuna, 216 piccoli frammenti lapidei dei 1400 della collezione.
Un plauso all'allestimento sobrio e composto ideato dall'architetto ticinese Mario Botta: le singole opere scultoree sono esaltate da semplici supporti realizzati nell'economico legno da imballaggio e posti al centro delle stanze espositive.
"ROMA ETERNA. Capolavori di scultura classica. La collezione Santarelli"
Museo d'arte Mendrisio - piazzetta dei Serviti - Mendrisio - Svizzera
25 ottobre 2015 - 31 gennaio 2016
Orari: martedì-venerdì: 10 - 12 / 14- 17; sabato-domenica: 10 - 18
lunedì chiuso - festivi aperto tranne 24 e 25 dicembre 2015 e 1 gennaio 2016
Ingresso: Fr/€ 10.- ridotto Fr/€ 8.-
Infoline: 0041.(0)58.688 33 50
Catalogo: Edizioni Museo d'arte Mendrisio
www.mendrisio.ch/museo