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Culture
Oroscopo cinese e letteratura transnazionale: due appuntamenti col Confucio

Il Capodanno cinese rappresenta, per i cinesi di tutto il mondo, la più importante festività e una preziosa occasione per ritrovarsi e festeggiare insieme alla propria famiglia. Quest’anno più che mai abbiamo voglia di dare il benvenuto al nuovo anno insieme a voi! Cominceremo l’anno del Bue insieme, attraverso un incontro che ci svelerà molte curiosità sui miti e sulle leggende del Capodanno cinese, e lo faremo online insieme ad Angelo Ou, uno dei figli del primo flusso migratorio cinese in Italia.

Siamo certi che molti conosceranno già alcune delle leggende legate a questa importante festività, così come l’importanza del colore rosso e dei segni zodiacali cinesi. Ma sono tanti gli aspetti ancora da svelare. Come mai la data del Capodanno cinese cambia ogni anno e perché è anche chiamato Festa di Primavera? Quale significato si cela dietro al carattere 福 fú, che viene solitamente appeso capovolto durante il periodo dei festeggiamenti per il nuovo anno?

Partendo dalle origini più antiche, Angelo Ou ci guiderà tra piatti, segni zodiacali e 红包hóngbāo, per presentarci quella che è considerata la più importante ricorrenza cinese.

L’incontro è organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano e si terrà sul canale YouTube dell’Istituto Confucio, venerdì 12 febbraio alle ore 18.00.

Angelo Ou, ieri cino-italiano, ma oggi marcatamente italo-cinese, è figlio del primo flusso migratorio cinese in Italia, che iniziò il primo radicamento a Milano in Via Canonica, allora asse principale di quella che oggi è la più conosciuta “Chinatown milanese”. La sua perfetta integrazione nel tessuto sociale italiano, gli permette di occuparsi di aspetti sociali o riguardanti la comunità cinese di Milano. Oggi 73enne, con moglie italiana ben nota nella comunità cinese, ha una figlia 43enne con la testa europea e il cuore cinese. Curioso e attento osservatore delle evoluzioni sociali, politiche ed economiche che riguardano la Cina e i cinesi, partecipa spesso alle iniziative delle associazioni cinesi in Italia. È autore del libro “L‘altra metà del cielo” (GEDI, 2020).

Capodanno cinese   12 febbraio   poster
 

Pearl S. Buck, Premio Nobel per la Letteratura nel 1938, è già stata al centro di un incontro dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano nel 2016, che ha dato vita al volume “Una scrittrice americana in Cina” pubblicato, poi, nel 2018. Torniamo adesso a parlare di lei, in occasione della pubblicazione di un nuovo volume che la racconta: “Sguardi interculturali. Pearl S. Buck e la Cina”.

Nel corso dell’incontro verranno illustrati e commentati i contenuti di questa nuova raccolta di saggi di sinologi italiani e americanisti europei e cinesi, in una prospettiva interculturale e interdisciplinare.

Nelle sue opere Buck aveva cercato di creare un ponte tra la Cina e gli Stati Uniti ma, per ragioni opposte, nel corso del Novecento entrambi i paesi l’hanno respinta: non abbastanza americana in patria, troppo americana nella Nuova Cina. Se negli Stati Uniti permane oggi un sostanziale disinteresse nei suoi confronti, negli ultimi decenni si assiste invece in Cina a una “febbre di Pearl Buck” che ha portato a un grande sviluppo e a una crescente diversificazione degli studi buckiani cinesi, di cui questo volume presenta alcuni contributi.

L’incontro è organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università degli studi di Milano e dal Contemporary Asia Research Centre (CARC). Si terrà giovedì 11 febbraio alle ore 17.30, sul canale YouTube dell’Istituto Confucio.

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Pearl Buck nasce in Virginia, negli Stati Uniti, nel 1892 e a soli tre mesi arriva in Cina, dove trascorre l’infanzia. All’età di 18 anni ritorna negli Stati Uniti per motivi di studio e, dopo aver sposato John Lossing Buck, si trasferisce nuovamente in Cina, dove insegna letteratura all’Università di Nanchino fino all’inizio degli anni Trenta. Nel 1931 pubblica “La buona terra”, il suo romanzo più famoso e nel 1938 consegue il Premio Nobel per la letteratura. Nella seconda metà del Novecento Buck continua a pubblicare romanzi di grande successo fino alla morte, nel 1973.

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I relatori

Valeria Gennero insegna Letteratura anglo-americana e Metodologia e storia della critica letteraria all’Università degli Studi di Bergamo. I suoi principali filoni di ricerca riguardano la letteratura modernista anglo-americana, il romanzo contemporaneo e la teoria letteraria queer. Negli ultimi anni ha inoltre dedicato molti saggi all’opera di Pearl S. Buck, analizzandola in chiave femminista e transnazionale.

Maria Gottardo insegna Lingua cinese e Storia e Teoria della traduzione all'Università degli studi di Bergamo. E' autrice di saggi sulla lingua moderna cinese, sulla traduzione e, in ambito letterario, si è occupata in particolare della scrittrice Zhang Ailing. Ha tradotto, con M. Morzenti, vari romanzi e racconti di scrittori moderni e contemporanei. 

Pearl Buck   11 febbraio   poster
 

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