Polemiche sul fumetto anti invasione paragonato a Mein Kampf - Affaritaliani.it

Culture

Polemiche sul fumetto anti invasione paragonato a Mein Kampf

Continuano le polemiche dopo l’anticipazione di Affari del romanzo a fumetti di Francesco Borgonovo, che ha svelato tavole e trama

Claudio Bernieri

(disegni di Giuseppe Rava)

Abbiamo sentito l’autore, che risponde ora alle inevitabili polemiche a seguito dell’annuncio dell’attesissima graphic novel

“Ringrazio Affari Italiani per lo spazio concesso al mio Adam, che ha preso vita grazie al bravissimo Giuseppe Rava e che, pur non essendo ancora sbarcato in libreria, è già stato coperto di ingiurie. Povero Adam: è l’unico immigrato che viene insultato e respinto dalla sinistra…

Piccola premessa: purtroppo, a differenza di quanto scrive Affari, non sono certo un enfant e di sicuro non sono Dino Buzzati, al quale non oserei mai paragonarmi. Però non sono nemmeno la bestia che descrivono alcuni.

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In questi giorni ne ho sentite di tutti i colori. C’è chi ha paragonato Adam al Mein Kampf. C’è persino chi mi ha accusato di furto. Per la precisione Luca Boschi, noto esperto di fumetti. Nel suo blog sul sito del Sole 24 Ore Boschi sostiene che il titolo è stato copiato da un romanzo a fumetti di Giancarlo Malagutti e Manlio Truscia risalente agli anni Settanta. Purtroppo non lo conoscevo, ma colmerò immediatamente la lacuna, sperando di riuscire a reperirne una copia. Mi si permetta però di sorridere: fra un po’ mi accuseranno di aver copiato dal libro della Genesi, visto il nome del personaggio.

Boschi, non potendo recensire Adam – poiché non lo ha letto – ha preferito recensire l’autore, cioè me. A suo dire sono un <campione olimpionico di simpatia e saggezza>, e ho scritto un <obbrobrio garantito>.

Riepilogando: nazista, razzista, ladro, antipatico, dilettante, incapace, salviniano, mentitore di professione. Tutto questo perché ho osato scrivere e pubblicare un romanzo grafico. Nel quale, per altro, si cercano di esaminare diversi aspetti del fenomeno migratorio, con particolare insistenza sull’infanzia e l’adolescenza del protagonista. Chi avrà la pazienza e la bontà di leggerlo, se ne renderà conto.

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In fondo sì, lo confesso, un po’ ho copiato: dalla cronaca. Dalle storie di cui leggiamo anche in questi giorni, ma di cui evidentemente è proibito parlare, a meno che non si giustifichi il povero straniero che ha preso a pugni qualcuno per strada.

Ma non voglio alimentare altre polemiche. Intendevo solo fare alcune precisazioni. Non sono cattivo né razzista: sono i grandi maestri del fumetto italiano a volermi disegnare così. Si vede che hanno molto tempo libero”.