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Culture
Topolino come Proust, la favola a lieto fine di Dario Fertilio

Tutto si svolge in un'isola della Dalmazia, in un tempo imprecisato ma probabilmente intorno agli anni '50. Il piccolo Gaston discende nell'inferno dei suoi incubi infantili e risale al paradiso delle sue gioie. In libreria in questi giorni, l’ultima opera di Dario Fertilio, giornalista e scrittore, è una favola: L'aria di Bog, una favola oltre la linea del mistero (La Vita Felice, pp. 97, euro 12) con illustrazioni di Fabio Sironi. Una parabola in cui i bambini sono protagonisti e gli adulti si possono ritrovare, quando cercano di far rivivere le sensazioni perdute d'infanzia. E una sfida letteraria in cui i personaggi di Walt Disney si trasformano in compagni di strada e agenti di salvezza.

Il luogo e i personaggi

L'isola dalmata è la Brazza, situata di fronte a Spalato (la sponda adriatica opposta ad Ancona). E precisamente il villaggio di Murvica, sulla costa occidentale, di fronte all'altra isola di Lesina e affacciato verso l'Italia. In questo paesaggio marino solitario e roccioso ogni cosa ed essere vivente assume, dal punto di vista del piccolo protagonista, contorni fiabeschi: il Samostan (monastero), antico convento dei frati abbandonato e misterioso, che domina su un colle il villaggio, abitato da oscure presenze; la roccia cava lungo la riva, luogo propizio alle visioni; la zia streghesca, presso la quale vive il bambino, coltiva il ricordo del figlio scomparso in mare, trasformatosi ormai in fantasma; la compagnia di una bambina appena più grande di Gaston, con la sua pericolosa femminilità in boccio; le visite di un ambulante anche lui un po' mago, suonatore di violino.

Il tema familiare

La madre di Gaston, separatasi dal marito, è ricoverata in una casa di cura lontana dall'isola, in seguito a una forte depressione. Fra lei e il bambino, che ne sente terribilmente la mancanza, si svolge un dialogo mentale ininterrotto e frammezzato dai ricordi. Il padre di Gaston, che lo ha portato sull'isola dopo la separazione dalla moglie, è l'anello di congiunzione tra i due.

Il mondo di Walt Disney

Più accennato che esplicito, è la dimensione fantastica in cui si rifugia Gaston per sfuggire alle sue angosce; ma anche quella che gli comunica, attraverso i giornalini, le paure e gli incubi dell'ignoto. Topolino, compagno di tanti bambini d'ogni generazione, non viene mai nominato esplicitamente ma è il suo Virgilio, colui che gli fa da guida attraverso il suo inferno fino al suo paradiso ritrovato.

Il lieto fine

Come ogni favola, anche "L'aria di Bog" crede che alla fine il bene sia destinato a vincere: Gaston sarà, inconsapevolmente e per la sua fede nell'amore, colui che saprà ridare unità alla famiglia.

La musica

Ha un ruolo importante. La narrazione è attraversata dal ricordo delle famose musiche del film "Fantasia" di Walt Disney (L'apprendista stregone di Ducas, Una notte sul Monte Calvo di Mussorgskij, la Pastorale di Beethoven). "L'aria di Bog" del titolo, suonata dal violinista ambulante, ha il potere di disperdere gli spettri: essa esiste realmente, è stata composta appositamente e verrà eseguita in occasione delle presentazioni del libro.

fertilio
 

I disegni

Ognuno dei 16 capitoli è accompagnato da un disegno a colori del pittore Fabio Sironi, noto per le sue opere sul Corriere della Sera: qui in veste di illustratore, con grande libertà creativa.

Il tema della memoria

Un po' come, nella "Ricerca del tempo perduto" di Proust, il gusto di certi biscotti suscita nel protagonista le "intermittenze del cuore", qui le avventure disneyane mirano a ricreare nel lettore quel sentimento di stupore, sgomento e gioia che ogni adulto ricorda di aver provato nel'infanzia, e segretamente ma ardentemente aspira a ritrovare nell'età matura.

L'autore

Dario Fertilio discende da un'antica famiglia dalmata, e dunque qui vive in speciale simbiosi con il "genius loci" dell'isola in cui è ambientata la favola. Ma l'autore abita anche la mente di Gaston, cercando di osservare il mondo dal punto di vista di un bambino di nove anni. "Questo libro – dichiara Dario Fertilio - per me è stato il più difficile mai scritto, è passato attraverso un'infinita serie di riscritture e suggestioni, è forse un modo per prendere congedo dalla mia infanzia e insieme riconciliarmi con il mio passato e quello delle generazioni che mi hanno preceduto".

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