“Tutto parla di te"/ Donne e maternità, il film sui lati oscuri - Affaritaliani.it

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“Tutto parla di te"/ Donne e maternità, il film sui lati oscuri

di Stefania Pizzi


Pauline (una magnetica Charlotte Rampling) è una donna che ritorna nei luoghi piemontesi della propria infanzia per guardare in faccia un insoluto dramma interiore consumatosi nella sua vita infantile. La giovane regista milanese Alina Marazzi, classe '64, torna al documentario mixandolo stavolta con la fiction, qualche tratto di cinema animato, e splendidi innesti artistici figurativi: il tutto montato e sceneggiato pregevolmente e ad un ritmo sostenuto di scambio reciproco fra le su elencate forme. La musica di sostegno alle scene crea un'atmosfera affascinante.


Il filo del racconto viaggia su due binari: quello narrativo che mostra l'incontro fra Pauline ed Emma, una giovane neo-mamma ballerina (Elena Radoninich) in difficoltà post partum che alla fine trarrà giovamento dal rapporto con la donna più matura – quest’ultima come lei ha vissuto un disagio lacerante - e il binario documentaristico, il più riuscito a mio parere, costruito su testimonianze intense, reali, di donne che raccontano il tunnel della maternità, quello non colorato di rosa bensì di nero.

tutto parla di te 500 (4)Dal Sito www.tuttoparladite.itGuarda la gallery

 


E l'idea che lo sguardo profondo e disperato di tali donne comunica, ancor più, forse, alle spettatrici donne e madri, è quella di un assoluto/abisso: è assoluto il pianto del bimbo che rimbomba nella testa, è assoluta la solitudine materna dei primi mesi così come la cura che si deve prestare al nascituro, è assoluta la dipendenza che la nuova creatura ha dalla mamma, e assoluto è, all'inizio, il senso di inadeguatezza per il nuovo ruolo, miracoloso, ma che lascia senza fiato.


Tutto ciò sfiora ogni donna che diventa mamma, ma può accadere che investa tante donne gettandole nello spazio buio del 'non riconoscersi'. E allora la 'Casa del quartiere', ove le donne possono recarsi per ri-conoscersi e parlare di ciò che è innominabile, è un necessario punto di ritrovo, è una mano tesa per le donne che non trovano più la strada. Tutto parla di te fa riflettere. Non è poco. Perciò è un film da vedere.