Culture
Videointervista a Clara Sánchez: "No a una letteratura troppo militante"
di Alessia Liparoti

È stata incoronata da pubblico e critica come la regina del bestseller. È stata in grado di vendere milioni di copie in tutto il mondo affrontando con perfetta padronanza dei meccanismi di tensione narrativa un tema forte come quello dei gerarchi nazisti sopravvissuti, nascosti nei paesini della Costa Blanca senza alcun rimorso tra vita da spiaggia e ricordo della gloria (e della giovinezza) che furono. La scrittrice spagnola Clara Sánchez, dopo lo strepitoso successo del 'Profumo delle foglie di limone' (Garzanti, 2011) torna nelle librerie con un nuovo avvincente e sfaccettato romanzo in poche settimane già balzato ai vertici delle classifiche nostrane. 'Entra nella mia vita', edito nuovamente da Garzanti è la storia a due voci di due sorelle, Veronica e Laura, che solo in seguito a episodi fortuiti e a scoperte inaspettate in tenera età, foto misteriose, segreti taciuti e in parte rivelati, incomprensioni familiari e figure ricorrenti arriveranno a scoprire l'una l'esistenza dell'altra e le ragioni del loro allontanamento. Ritorna la formula della narrazione bipartita affidata ai due personaggi principali: «Questa tecnica mi permette di creare una buona tensione tra ciò che sa il lettore e l'inconsapevolezza dei personaggi» ci ha spiegato l'autrice madrilena in una videointervista esclusiva per Affaritaliani.it. Dopo Juliàn e Sandra, amati protagonisti del 'Profumo delle foglie di limone' che a breve potrebbe diventare un film, Clara Sánchez ci racconta come abbia affidato alle vicissitudini delle due sorelle di 'Entra nella mia vita' il compito di smascherare un sistema di crimini tanto «anacronistico» (così lo definisce lei stessa) quanto terribile e diffuso negli anni '80 in Spagna, quello dei rapimenti in culla. Ci parla di similitudini e differenze tra i suoi personaggi, della mancanza di 'ansia da prestazione' che ha accompagnato la stesura dell'ultimo romanzo nonostante facesse seguito ad una acclamazione planetaria e rivela come non abbia interesse a trattare la tematica degli indignados in un libro, sebbene la Veronica di 'Entra nella mia vita' «potrebbe benissimo essere una di loro». Se nel video sviscera contenuti e stile della sua ultima opera, nella parte che segue riportiamo la nostra chiacchierata a proposito di autori prediletti, scrittura «hitchcockiana» e ragioni «miracolose» dell'attuale successo degli scrittori spagnoli.
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Di recente ha dichiarato di essersi ispirata molto a tre grandi come Camus, Fitzgerald e Henry James. Ma tra i contemporanei chi ama leggere? Chi l’ha colpita di recente?
Ci sono autori contemporanei che mi piacciono tra cui alcuni italiani. Di recente ho ripreso a leggere Patricia Highsmith. Mi piace molto il modo in cui riesce ad avvolgere il lettore affidandosi a elementi normali, ma di una normalità che diviene terrorizzante.
E tra gli italiani?
Natalia Ginsburg, da me adorata per la sua naturalezza e per la capacità di raccontare con delicatezza anche i temi più duri. Poi mi piacciono molto Bassani, Pavese, Calvino, Tabucchi e anche Verga.
La sua scrittura, da sua stessa ammissione, è molto ‘hitchcockiana’. Sia nella volontà di ricreare alcuni meccanismi di suspense tipici del regista, sia per le tematiche (Il profumo delle foglie di limone ricordava nella trama il celebre Notorius). Da dove nasce questa sua passione per il maestro del brivido?
Ho imparato molto da lui e tra l'altro mi identifico nel suo stile perchè la maggior parte dei suoi personaggi affrontano da soli la vita, e in un determinato momento della loro esistenza succede qualcosa che li obbliga ad agire come non avrebbero mai pensato e a intraprendere un nuovo percorso. Tra l'altro nei film di Hitchcock noi capiamo qualcosa del personaggio prima che lui stesso ne sia consapevole e questo aggiunge una tensione molto interessante alla narrazione.
Le dicotomie tra inganno e verità, tra essere e apparire, tra coraggio e paura sono ricorrenti nei suoi romanzi. Crede che ben sintetizzino la società in cui viviamo?
Sì, assolutamente. In Spagna ad esempio penso che la società attuale si trovi immersa in un approccio molto forte tra fiducia e sfiducia e io lo ritraggo nel mio ultimo romanzo.
L’attuale contingenza economica e la protesta degli indignados potrebbero rientrare in un suo prossimo lavoro?
No, non credo. Ne ho parlato molto, certo, ma dal punto di vista giornalistico. Se queste tematiche entrassero in un romanzo la mia diventerebbe una letteratura eccessivamente militante e non è ciò che mi ripropongo. A me piace che dalla narrativa si evinca la mia visione della società ma senza che vi sia una presa di posizione di campo netta. Si può dire tuttavia che il personaggio di Veronica potrebbe essere perfettamente una ragazza che fa parte degli indignados.
La Spagna è il terzo Paese al mondo dove il mercato editoriale nella lingua madre è più rappresentato (seconda solo a Norvegia e Regno Unito). La fortuna degli scrittori spagnoli è testimoniata anche in Italia. ‘Entra nella mia vita’ è già nella Top 5 e vanno molto bene i gialli di Giménez e Montalban. Quali sono secondo lei le ragioni di un tale successo della letteratura spagnola in questo momento?
Non lo so, è un mistero. La letteratura è un mistero, ma quando si compenetra con le emozioni dei lettori, beh, in quel caso più che un mistero è un miracolo.