5G, un business per l'Italia da quasi 400 miliardi di euro dal 2021 al 2040 - Affaritaliani.it

Economia

5G, un business per l'Italia da quasi 400 miliardi di euro dal 2021 al 2040

Una ricerca condotta dal Centro Studi Tim, ha calcolato quanto introito verrà versato dal 5G nelle tasche del Pil italiano

5G, previsti quasi 400 miliardi di introiti da qui al 2040

393 miliardi di euro tra il 2021 e il 2040. Questa la potenziale cifra del contributo del 5G sul Pil italiano. A rivelarlo, l’indagine “Smart Italy 5G – I benefici del 5G per l’economia italiana”, realizzato e presentato oggi, mercoledì 15 settembre, dal Centro Studi Tim.

In particolare, 160 miliardi saranno generati dai servizi per le persone (componente human) e i restanti 233 miliardi, invece, dai servizi realizzati con l’Internet of Things (oggetti connessi). Considerando solamente il decennio in corso (2020-2030), il contributo sarà di circa 80 miliardi di euro.

“Il 5G aiuterà a rendere l'Italia più digitale, più efficiente, più sostenibile e ancora più smart”, ha commentato Carlo Nardello, Chief Strategy, Business development and Transformation Officer di Tim. “È in grado di portare miglioramenti di prestazioni sotto tutti i punti di vista. Sta entrando nella nostra vita, sta cambiando le nostre attività”, ha aggiunto Nardello.

A illustrare nei dettagli il rapporto ha provveduto Stefano Siragusa, Chief Revenue Officer di Tim, non prima di una premessa sia di metodo che di contenuto: “In molti”, ha detto, "pensano che il 5G sia un'evoluzione, in realtà è una trasformazione. Trasforma il Paese, abilita scoperte che faremo nel tempo come cittadini e professionisti”.

Scendendo nei dettagli, “l'introduzione del 5G nei servizi sanitari”, si legge nel rapporto, «permetterà al Paese di conseguire benefici economici di circa 1 miliardo di euro l'anno a partire dal 2025, di cui 150 milioni di contenimento costi per prevenzione, 790 milioni di risparmi sul monitoraggio clinico, 32 milioni di risparmi sulle polizze e circa 4 milioni di maggiore efficienza ed efficacia nelle spese di ricerca e sviluppo farmaceutico”.