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Economia
Alessandro Profumo si racconta. "Mi merito la buonuscita da 40 milioni"

A Unicredit non rifarebbe l'acquisizione di Capitalia "perche' ha portato nel gruppo certamente una serie di problemi". Cosi' l'ex ad del gruppo bancario, Alessandro Profumo, a Mix 24, su Radio 24. "Ci sono ottimi banchieri anche in Italia, Fabrizio Viola, Maioli, Munari, sono persone alle quali sono affezionato e che secondo me sono molto brave", continua poi Profumo, rispondendo alle domande di Giovanni Minoli. Profumo riconosce di aver promosso la nomina dell'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari alla presidenza dell'Abi (luglio 2010-gennaio 2013): "E' vero, l'ho fatto parecchi anni prima di conoscere la situazione senese". La crisi di Mps e' stata causata dalla "cattiva gestione di Mussari e Vigni e tutta la squadra. Non avevo capito niente".
 

PROFUMO: TANTI PARTITI SU MPS

E ancora. Il rapporto con la politica nella crisi del Monte dei Paschi "ha pesato parecchio non tanto perché la politica dicesse cosa fare ma perché per la politica c’erano persone che poi non son state di buona qualità". Alla domanda di Minoli che gli chiede se fosse vero che senza il consenso del Pci, Pds, Ds, al Monte non si muoveva paglia, Profumo risponde: "L’impressione che ho avuto e che fosse necessario anche il consenso anche di altri partiti". Il banchiere, infine, alla domanda se si debba pubblicare la lista dei clienti insolventi risponde: “Per me va benissimo". 
 

PROFUMO: PER MPS MI SENTO RESPONSABILE, MA NON IN COLPA



Alessandro Profumo si sente “responsabile sì, che è diverso dal sentirsi in colpa” rispetto a coloro che hanno creduto nell’operazione Mps ed hanno poi perso tutto. Profumo risponde così a Giovanni Minoli a Mix24 su Radio 24 che gli chiede come si senta dopo due aumenti di capitale di 8 miliardi interamente bruciati. Il banchiere prosegue poi spiegando a Mix24 su Radio 24: “Sono cambiate molte cose a cominciare dal prodotto interno lordo italiano che non è cresciuto come tutti pensavano sarebbe cresciuto nel periodo in cui siamo stati a Siena e quindi la situazione è diventata molto peggiore”.



PROFUMO: MPS ASSASSINATO DALLA PESSIMA GESTIONE



Non ha lasciato fallire il Monte dei Paschi “perché il paese sarebbe stato commissariato allora e mi sembrava comunque complesso. Mi faccia dire che col senno di poi si rivaluta sempre quello che si è fatto prima”. Così Alessandro Profumo, banchiere, nel CDA di Eni e presidente di Equita Sim, a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24. Alla domanda di Minoli su come finirà Monte dei Paschi, Profumo risponde ai microfoni di Mix24 su Radio 24: “Finirà con il governo che interverrà nel capitale del Monte dei Paschi”. Profumo conclude poi dicendo che “il vero assassino del Monte dei Paschi è stato una gestione di bassa qualità”.


PROFUMO: MUSSARI L’HO CANDIDATO IO MA NON AVEVO CAPITO NIENTE


“È vero, l’ho fatto parecchi anni prima di conoscere la situazione senese”. Alessandro Profumo, banchiere, nel CDA di Eni e presidente di Equita Sim, a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24 conferma di aver promosso la nomina di Mussari, che adesso è indagato, a presidente dell’Abi. E sulle cause della crisi di Mps Profumo ai microfoni di Mix24 su Radio 24 aggiunge che è stata causata dalla "cattiva gestione di Mussari e Vigni e tutta la squadra. Non avevo capito niente".


PROFUMO: RENZI? E’ DIVENTATO MOLTO POTENTE DA GIOVANE


“Rivedo in Renzi alcuni dei miei difetti”. Risponde così Alessandro Profumo, banchiere, nel CDA di Eni e presidente di Equita Sim, a Giovanni Minoli che a Mix 24 su Radio 24 gli chiede se gli piaccia Renzi. E a Minoli che incalza chiedendogli se anche Renzi ascolti poco, Profumo risponde. “Beh è diventato molto potente da giovane”.

 

Ecco l'intervista completa

 
L'INTERVISTA AD ALESSANDRO PROFUMO: DALLA VITA PRIVATA ALLE BANCHE. LE DOMANDE
 

Alessandro Profumo, banchiere, nel CDA di Eni e presidente di Equita Sim, è stato ospite del "Faccia a faccia" con Giovanni Minoli stamattina su Radio24. Ecco alcuni estratti dell'intervista.

Quasi quaranta milioni di euro (di buonuscita, ndr) per andare in giro in bicicletta: risparmia? E' la sua anima genovese?
"Un po' di genovesità c'è, ma è anche il mezzo più veloce per spostarsi".

E' la liquidazione più ricca tra tutti i banchieri italiani?
"Se ben ricordo sì".

Soldi benedetti, ma meritati secondo lei?
"Penso di sì. Ho preso una banca al 3,5% del mercato italiano, l'ho lasciata al 3,5% del mercato europeo".

Quando è entrato in banca, è stato osannato da tutti come primo vero banchiere globale italiano. Il potere le aveva dato alla testa?
"Sì, anche perché ci sono arrivato troppo giovane".

Lei ha detto che se si è troppo potenti da giovani si perde la capacità di ascoltare. E' quello che è successo a lei?
"Sicuramente mi è capitato, forse come carattere ero anche predisposto ad ascoltare poco e questo è stato un problema".

Quando se ne è reso conto?
"Me ne sono reso conto quando mia moglie mi ha messo alla porta di casa perché ha detto che a casa non ero un amministratore delegato".

Come ha reagito?
"Ho reagito riflettendo e cercando di cambiare".

Che cosa resta oggi del suo passaggio nell'Unicredit di Mustier?
"Resta un grande gruppo europeo con una pressenza in molti paesi, certamente è qualcosa di importante".

Però anche enormi sofferenze. Rifarebbe la costosissima campagna di espansione a Est?
"E' la parte più redditizia del gruppo, certamente la rifarei".

E le sofferenze?
"Le sofferenze sono molto legate all'Italia".

Cosa non rifarebbe?
"L'acquisizione di Capitalia".

Perché?
"Perchè ha portato nel gruppo certamente una serie di problemi".

(...)

Lei ha sempre sostenuto l'importanza dell'autonomia del Monte dei Paschi, però da solo non ce la poteva fare, l'aveva capito anche lei...
"Il problema è che nessuno se la voleva comprare".

Un problema serio fu la morte di David Rossi, responsabile della comunicazione. Si sono fatte molte congetture. Fu davvero suicidio?
"Due indagini fatte dalla magistratura di Siena dicono di sì".

Ci crede?
"Sì".

Dovuto a cosa?
"Era particolarmente depresso dopo una visita che aveva ricevuto a casa da parte delle autorità giudiziarie. Francamente era difficile capire perché fosse così depresso".

(...)

Lei fu anche il primo a difendere in tv la bontà dei contratti derivati. Dopo quello che è capitato al Monte lo rifarebbe?
"Sì, lo rifarei. Sono strumenti che possono essere molto positivi come copertura dei rischi, ma anche molto dannosi se non coprono un rischio effettivo. Ma è come una medicina: se si prende quella sbagliata può essere pericoloso, ma se si prende quella giusta si risolve un problema".

Quanto ha pesato la politica nella crisi Mps?
"Parecchio. Non perché la politica dicesse cosa fare, ma perché per la politica c'erano persone che non sono state di buona qualità".

E' vero che senza il consenso del Pci (e sue evoluzioni) al Mps non si muoveva paglia?
"Secondo me era necessario il consenso anche di altri partiti".

Cioè non comandavano da soli, era la consociazione totale?
"Ho l'impressione di sì".

Sua moglie è stata eletta nell'assemblea Pd nel 2007. E' militante?
"Non militante. Ha una fortissima passione".

Con o contro Renzi?
"Con il Pd".

Ormai è difficile dire qual è il Pd oggi.
"Soffre della separazione".

Ha scelto con chi stare?
"E' abbastanza inutile scegliere con chi stare. Meglio discutere dei problemi concreti".

Le piace Renzi?
"Rivedo in lui alcuni dei miei difetti".

Ascolta poco?
"E' diventato molto potente da giovane".

Lei che in azienda era definito una "iena" dice che con suo figlio non è stato capace.
"Avevo paura che si allontanasse da noi".

Troppo buono per paura?
"Sì".

Che voto si dà come padre?
"Sotto la sufficienza".

Ora suo figlio fa l'agricoltore. Non ha seguito tracce di famiglia. E' la prova di questo?
"No. E' motivo di grandissima gioia. Ha fatto una scelta che lo rende felice e questa è una cosa impagabile per me".

Il voto come marito?
"Sotto la sufficienza".

E' vero che si è sposato due volte? Sua moglie ci ha ripensato?
"Sì, mi ha ripreso"

Ci ha messo tanto?
"Cinque anni".

Si è impegnato molto?
"Non riuscivamo entrambi a stare lontani"

 

 

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