Alitalia-Ita, parte in salita la trattativa: scadenza fissata per il 31 agosto - Affaritaliani.it

Economia

Alitalia-Ita, parte in salita la trattativa: scadenza fissata per il 31 agosto

Sindacati critici sulla bozza di contratto, sciopero confermato per il 24/9. Il ministro Giorgetti: “Pensare a collaborazione con Ferrovie e grandi compagnie"

Alitalia-Ita: comincia in salita la trattativa tra le organizzazioni sindacali e i vertici di Ita. Dopo il primo incontro di oggi, durato oltre quattro ore, l'unica certezza è la lontananza delle parti. Tanto che i sindacati domani invieranno una lettera al governo per chiedere il suo intervento nella vertenza, definendo “paradossale” la scelta all’azienda di uscire da Assaereo prima della discussione del nuovo contratto di lavoro e confermando lo sciopero di 24 ore per il 24 settembre. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, intanto ha provato a rassicurare i lavoratori: “Faremo tutto il possibile per limitare i danni”, e chiede che gli amministratori trovino “la via migliore possibile. Possibile però, non impossibile”. Ma la via resta incerta. 

Al centro della discussione tra sindacati e azienda, avvenuta negli uffici di Ita, nel cuore del quartiere Eur di Roma, il nuovo contratto che verrà applicato ai lavoratori che da Alitalia passeranno a Ita. Fuori in presidio, una cinquantina di lavoratori che hanno atteso i propri rappresentati. Registrata la fumata nera e ritenuta ‘incolmabile’ al momento la distanza con i vertici della newco, le organizzazioni chiedono che a occuparsi della discussione siano anche i ministri competenti: quello dello Sviluppo economico, del Lavoro, dei Trasporti e dell’Economia, azionista di maggioranza della società, chiedendo il loro coinvolgimento.    Dal meeting di Rimini sul tema è intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini: "Io sono convinto che Ita possa essere un soggetto forte, robusto, in grado non solo di coprire un importante segmento della domanda, ma anche di fare accordi commerciali con altri soggetti". Ma i nodi da sciogliere restano molti.

"Chiediamo un allargamento della vertenza a livello governativo, perché su 10.500 lavoratori servono risposte non solo da loro ma anche dei ministeri competenti. Domani manderemo una lettera all'azienda e ai ministeri per chiedere l'allargamento della vertenza”, ha annunciato Fabrizio Cuscito, segretario di Filt Cgil, al termine dell'incontro con i vertici. Per i sindacati, la scelta di Ita di uscire da Assaereo, l’associazione datoriale che applica il contratto collettivo nazionale, è da stigmatizzare. "Le distanze che abbiamo registrato sono molto importanti, sia dal punto di vista industriale che occupazionale", ha detto il segretario Uilt. Claudio Tarlazzi. "Anche sulla parte contrattuale ci sono molte distanze dal momento che Ita ha deciso di uscire da Assaereo, manifestando la volontà di negoziare al proprio interno il contratto di lavoro dei dipendenti", ha aggiunto. L'azienda "vuole le mani libere”.    

"Prendiamo atto che il presidente di Ita definisce la nuova compagnia aerea 'una startup', ma per noi la tutela occupazionale e reddituale dei 10.500 lavoratori di Alitaliaresta un obiettivo imprescindibile”, ha affermato da parte sua Salvatore Pellecchia, segretario generale di Fit-Cisl. Critiche anche da Cleofe Tarlotta dell'Usb, presente anche lei all’incontro: “La trattativa è molto difficile e in salita. Ci sono molte perplessità, ma continuiamo ad avere il tavolo aperto”. E conclude: “Al momento siamo usciti con un calendario d'incontri molto fitto fino a settembre. Noi chiediamo che tutti i lavoratori di Alitalia vadano in Ita”.

Intanto, il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, sulla questione Alitalia-Ita apre a possibili collaborazioni. "Vado ribadendo che sia il caso di trovare delle forme di collaborazione con grandi compagnie, anche in un sistema integrato di mobilità sostenibile e anche con le Ferrovie, tenendo presente che gli aerei del futuro non potranno essere inquinanti come oggi", ha dichiarato il ministro in un intervento al Meeting di Rimini. "La scelta fatta è stata dolorosa, cioè quella di creare una società che non consumi ricchezza. Oggi Alitalia consuma 30 milioni di euro al mese a carico dello Stato e della collettività. E' evidente che questa non è una situazione sostenibile. La speranza è che Ita, partendo da situazione più ridotta dimensionalmente ma in equilibrio economico, possa anche intercettare la ripresa complessiva del mercato e possa ricrescere sana, magari anche non da sola", ha poi concluso.