Alstom, politici francesi in pressing per una soluzione sul modello Peugeot
Alstom, la politica francese preme per un intervento dello Stato nel capitale. In attesa che il gruppo attivo nel mercato dell'energia e dei trasporti finito nel mirino degli americani di General Electric e dei tedeschi di Siemens nomini un esperto indipendente (Cda in programma nel pomeriggio) per valutare l'offerta di GE, Jean-Pierre Chevènement, fondatore del Movimento dei cittadini, chiede all'Eliseo di non permettere agli americani di mettere le mani sul business energetico di Alstom, da dove arriva il 70% dei ricavi del gruppo transalpino.
"Lo Stato non può permettersi di farsi dettare la linea dall'amministratore delegato di Alstom (in favore dell'offerta di GE, ndr)", ha tuonato infatti il politico noto come "le Che" (per l'assonanza con il nome di Che Guevara) che ha ricordato come già nel 2004 Alstom (con Patrick Kron in sella, l'attuale Ceo) sia stata salvato a caro prezzo dal fallimento proprio con un intervento pubblico.
Chevènement ha spiegato che la vendita di Alstom metterebbe a rischio l'indipendenza del settore nucleare francese, visto che proprio dal gruppo transalpino arrivano le turbine a vapore e altri macchinari necessari alla produzione dell'energia atomica, mercato di cui Parigi è leader in Europa. Per il numero uno del Movimento dei cittadini, inoltre, la dispersione dei centri decisionali conseguente all'ingresso degli americani metterebbe giocoforza a rischio gli attuali livelli occupazionali di Alstom (circa 65mila addetti nel business energetico).
Il politico francese ha criticato anche l'offerta di Siemens, "fortemente sbilanciata in favore dei tedeschi". L'unica via d'uscita, allora, è una soluzione tutta francese con l'Eliseo che potrebbe acquistare una quota del capitale di Alstom da Boygues (l'azionista di riferimento con il 29,3%), sul modello dell'operazione Peugeot. Magari attraverso Safran, la società di ingegneria controllata (al 30%) dal Tesoro transalpino.