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Economia
Altro che tagli, Fed verso rialzo dei tassi. Il rumor che agita i mercati

La Fed americana verso un nuovo rialzo dei tassi d'interesse? Ecco che cosa succederà in Europa. Parla Megna, gestore per medie e grandi aziende 

Da qualche ora, un rumor sulle prossime mosse della Federal Reserve sta agitando gli addetti ai lavori. “Altroché tagli, vogliono alzare i tassi!”, si sente bisbigliare tra i corridoi della banca centrale americana.
Non solo, dunque, il lungo posticipo dell’abbassamento dei tassi d’interesse come ha annunciato il presidente della banca Jerome Powell, ma addirittura si starebbe studiando un rialzo. D’altronde si sa; come dice il detto, le brutte notizie non arrivano mai da sole.

Ma quanto c’è di concreto in questa indiscrezione? E soprattutto, un rialzo dei tassi americani potrebbe far cambiare idea alla nostra Bce la quale sembra decisa, invece, ad abbassarli a giugno? Per capirne di più, Affaritaliani.it ha interpellato Francesco Megna, gestore commerciale con aziende di medie e grandi dimensioni. 

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“La Fed, in questo momento, è orientata a tenere i tassi d’interesse alti più a lungo del previsto”, spiega Megna. “Difficile valutare quanto sia possibile un nuovo rialzo, ma rimane un’ipotesi”, sentenzia.  

“E il motivo è chiaro”, continua. “Prima di tutto, l’inflazione americana sta mostrando una resistenza maggiore del previsto. Secondo le ultime analisi degli esperti di Washington, infatti, emergono aumenti importanti nell’inflazione sia dei beni che dei servizi. Fattore, questo, che ha portato le famiglie a basso reddito a essere ancor più sotto pressione finanziaria. Queste, dunque, faranno più fatica a pagare i debiti e si avvarranno del sistema buy now pay later”, sottolinea Megna.

Ma non è tutto. “D’altra parte, l’economia americana”, prosegue, “nonostante i tassi alti e un’inflazione ostinata, sta reggendo meglio di quanto previsto. E questo avrebbe fatto ripensare i vertici della Fed sulla reale necessità di un taglio nell’immediato futuro. Da qui, dunque, le voci di un possibile inasprimento della politica monetaria”.  

“Dietro questa buona performance ci sono gli stimoli fiscali e monetari forniti dal governo di Washington”, spiega ancora. “E, nel dettaglio, un’importante spinta all’economia è stata data dal vigoroso fermento degli investimenti nelle infrastrutture dell’intelligenza artificiale”, prosegue.

Ma quali sarebbero le conseguenze su imprese e cittadini di un nuovo rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve? “Per i cittadini, i prestiti saranno conseguentemente più costosi. Per le aziende, invece, comporterebbe un indebitamento, appunto, a tassi più alti. E questo, ovviamente, porterebbe a un erosione dei margini”, spiega l’economista.

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Spostandoci in Europa, la nostra Bce sembra più che decisa a tagliare i tassi già a giugno, o al massimo a luglio. E, secondo Megna, è difficile che un nuovo rialzo dei tassi americani possa influenzare anche il corso della politica monetaria europea.

“L’Europa si trova in una situazione diversa rispetto agli States. Gli ultimi dati sull’economia dell’Eurozona mostrano segnali positivi. E ormai il tempo per un taglio dei tassi è maturo. C’è una forte possibilità che il primo taglio da parte della Bce arrivi già con la riunione di giugno. Resta da capire, invece, se sarà solo il primo di una serie o se ci fermeremo qui”, spiega l’esperto.

“Non solo”, continua. “È importante notare che in Europa, in realtà, i tassi sui mutui si sono già abbassati. E questo è un segnale incoraggiante”. Spostando l’attenzione ai mercati finanziari, Megna ha le idee chiare: “Il rumor di un rialzo dei tassi americani, per quanto nella seduta di oggi piazza Affari abbia chiuso in positivo, non ha fatto bene alle Borse. Per questo, infatti, si può notare un certo nervosismo dei mercati”, conclude infine l’esperto.






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