Economia
Amazon si arrabbia e minaccia lo stop. Quegli annunci rimasti lettera morta

Un giudice in Francia impone solo le consegne essenziali
Una strana reazione quella di Amazon in Francia, visto che a fine marzo il padrone del colosso mondiale dell'e-commerce, Jeff Bezos, l'uomo più ricco degli ultimi due secoli con 113 miliardi di patrimonio, aveva fatto sapere di voler distribuire durante la crisi globale del coronavirus solo prodotti essenziali come beni di prima necessità e farmaci.
Così ieri, dopo la decisione del tribunale di Nanterre, nella regione di Parigi, che ha condannato la multinazionale americana a limitarsi all'invio dei soli prodotti essenziali, il colosso di Seattle ha fatto sapere in maniera scomposta che potrebbe arrivare a "sospendere le attività" dei suoi centri di distribuzione e "limitare" il suo servizio in Francia.
La società a stelle e strisce intende ricorrere in appello ma, nel frattempo, "potremmo essere costretti a sospendere l'attività dei nostri centri di distribuzione in Francia", ha scritto Amazon in un comunicato stampa.
"Attualmente, continuiamo a operare nel Paese e facciamo tutto il possibile per mantenere il livello di servizio previsto dai nostri clienti in Francia", ma "senza la possibilità di sfruttare i nostri centri di distribuzione in Francia, saremmo costretti a limitare un servizio che è diventato essenziale per i milioni di persone in tutto il Paese che desiderano avere accesso ai prodotti di cui hanno bisogno a casa durante questa crisi".

La corte di Nanterre, come richiesto dai sindacati, costringerà Amazon a effettuare una valutazione del rischio e aderire rigorosamente alla spedizione di prodotti essenziali entro 24 ore, pena una multa di un milione di euro al giorno. Decisione a seguito della quale il gruppo fondato da Bezos si è detta "perplessa, viste le prove concrete che sono state fornite sulle misure di sicurezza messe in atto per proteggere i nostri dipendenti".
Sia in Francia ma anche in Italia (dov'è stato trovato positivo al Covid-19 anche un dipendente nel centro hub di Castel San Giovanni, vicino Piacenza, una delle aree italiane a più alto contagio) dopo la diffusione del coronavirus, i lavoratori sono in agitazione e i sindacati hanno dichiarato degli scioperi perché, denunciano, Amazon continua non solo a tenere aperti gli stabilimenti, ma anche stabile la produttività a fronte dell’aumento di ordini (Bezos ha assunto anche 100 mila lavoratori a termine per far dare risposta all'incremento della domanda).
Il tutto senza garantire, a detta degli occupati, il rispetto della distanza di sicurezza in alcune fasi della catena lavorativa e durante le pause, nonostante il gruppo abbia fatto presente di rispettare tutti gli standard richiesti dai governi. In California c'è già scappato il morto di Covid-19.
Chissà, forse gli annunci arrivati da Seattle non sono ancora diventati operativi. D'altronde si sa che con i negozi chiusi e le famiglie a casa a fare la spesa su internet le vendite di alcuni beni si sono impennate e con il Covid i giganti della Rete, soprattutto Amazon e Netflix, sono proprio quelli che stanno facendo grandi affari. La prima con le sbandierate necessità di sostentamento. La seconda con l'intrattenimento da lockdown.
Con i concorrenti azzoppati e lo stop delle attività economiche verso la fine (è questione di settimane) in alcuni Stati dell'Europa, il temporeggiare con i giorni può garantire ancora qualche miliardata di ricavi in più. Com'è che si dice: cavalcare l'onda? Sì e a passo Amazon, tanto che oggi in una giornata difficile per Wall Street il colosso dell'e-commerce ha appena aggiornato il massimo storico (+24% da inizio anno, un'azione vale quasi 2.308 dollari) e dall'inizio della crisi, secondo i calcoli dell’agenzia Bloomberg, Bezos ha guadagnato 24 miliardi di dollari. Tempismi perfetti.
@andreadeugeni