Argentina, inflazione inarrestabile riserve ko:ristrutturato il debito col Fmi
Inflazione inarrestabile mentre la banca centrale argentina continua a bruciare le proprie riserve in dollari. Dopo 17 anni, Buenos Aires è ancora in forti difficoltà con i propri conti pubblici e ristruttura di nuovo il debito, ma questa volta lo farà solo con il Fondo Monetario. Per dare stabilità all'economia, ridurre la galoppante crescita dei prezzi e mettere sotto controllo il dollaro, l'Argentina ha chiesto all’organismo guidato da Christine Lagarde la ristrutturazione del debito da 56 miliardi di dollari con una revisione delle scadenze previste nell'ambito del programma di aiuti che gli è stato accordato nel giugno dello scorso anno e che è il più elevato mai concesso ad un Paese a rischio default. Una delegazione dell'Fmi è a Buenos Aires questa settimana e sebbene i negoziati con gli inviati di Washington inizieranno prima delle elezioni del prossimo 27 ottobre non saranno conclusi prima dell'insediamento del nuovo governo il 10 dicembre.
La richiesta di estensione dei pagamenti punta a consentire al nuovo esecutivo di "dispiegare le sue politiche senza restrizioni finanziarie", ha spiegato il ministro delle Finanze argentino Hernan Lacunza che ha sottolineato l'ulteriore deterioramento della situazione economica sotto il peso di una crescente inflazione.
Il riscadenziamento del debito, in valuta locale ed estera, mira a dare stabilità alla moneta Argentina, il peso, dopo che le preoccupazioni sulla stabilità del paese e la sua capacità di ripagare il debito hanno provocato una forte svalutazione all'inizio di agosto. Il riscadenziamento del debito, ha osservato Lacunza, consentirebbe all'Argentina di posticipare dal 2020 al 2023 le restrizioni finanziarie legate al rimborso.
La restante parte del debito interno, ha sottolineato il numero uno del Tesoro del governo Macrì, circa il 90% dei titoli, è posseduto da individui che riceveranno quanto dovuto alla scadenza, pur potendo optare per l'accettazione dell'estensione della scadenza proposta dal governo.
Per poter dar forza di legge a questo programma, l’esecutivo argentino promuoverà la presentazione di un progetto di legge alle Camere per sostenere la richiesta di estensione dei termini del rimborso. il presidente Mauricio Macri sconfitto recentemente dall'opposizione peronista nelle primarie in vista delle presidenziali del 27 ottobre, ha chiesto a Lacunza di rendere note le proposte riguardanti il debito al termine di un'altra giornata difficile per i mercati argentini. Seduta in cui la banca centrale di Buenos Aires ha annunciato anche una forte restrizione al credito per le grandi aziende esportatrici per forzare il settore con maggiore disponibilità di divisa a immettere dollari sul mercato per finanziarsi e dare fiato al peso argentino.
Sul valutario, infatti, ieri il dollaro si è apprezzato del 2,6% toccando i 60,17 pesos nonostante un intervento della banca centrale che ha bruciato 367 milioni di dollari. Dal giorno delle primarie (12 agosto) l'istituto centrale ha iniettato nel mercato senza troppo successo 1.300 milioni di dollari. Le incertezze economiche hanno spinto il “rischio Paese” a 2067 punti, mentre lo stesso Macri ha anticipato che l'inflazione per il solo mese di agosto sarà del 4%.
"Il Fondo continuerà a sostenere l'Argentina durante questi tempi difficli", ha dichiarato in una nota il portavoce dell'Fmi Gerry Rice che ha aggiunto che ''per quanto riguarda l'operazione di indebitamento annunciata oggi dalle autorità argentine, il personale del Fondo sta analizzando e valutando il loro impatto. Il personale è consapevole del fatto che le autorità hanno adottato queste importanti misure per far fronte al fabbisogno di liquidità e salvaguardare le riserve”, ha concluso.
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