Grecia/ Atene chiede all'Ue 6 mesi di proroga del prestito. Berlino prima dice no. Poi si spacca
La richiesta greca di un'estensione di sei mesi del programma di aiuti - sulla carta un avvicinamento alle richieste di Bruxelles - sarebbe in realtà un "cavallo di Troia" con "enormi spazi di interpretazione", volto ad ottenere un prestito ponte. E' quanto si leggerebbe nel testo preparato dalla Germania in vista dell'Eurogruppo di oggi e circolato informalmente ieri sera. La lettera sottoposta dall'esecutivo greco all'Eurogruppo non conterrebbe un "chiaro congelamento" delle promesse elettorali di Tsipras (come l'innalzamento del salario minimo e il blocco della tassa sugli immobili) e pertanto non farebbe emergere un "impegno per una conclusione di successo del programma attualmente in vigore".
Secondo la Germania pertanto "non ha senso stendere una bozza di documento per l'Eurogruppo di oggi". Il documento invita inoltre a non estendere il fondo da 10,9 miliardi per la ricapitalizzazione delle banche greche in quanto hanno superato gli stress test della Bce. E' una linea, questa della Germania, che farebbe sfumare anche gli spiragli aperti oggi fra il premier Tsipras e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, i quali hanno avuto una conversazione telefonica "costruttiva" e in un "clima positivo", secondo quanto riferito da un funzionario del governo di Atene, per "trovare una soluzione soddisfacente tanto per la Grecia quanto per l'Eurozona".
Ieri a Bruxelles, arrivata la sospirata lettera di Atene con la richiesta della proroga di sei mesi, il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha convocato per oggi alle 15 la riunione dei ministri delle Finanze. Intanto, le reazioni seguite sono state contrastanti. "Vediamo segnali positivi nella richiesta della Grecia, che possono aprire la strada verso un compromesso ragionevole nell'interesse della stabilita' finanziaria di tutta la zona euro" ha detto il portavoce dell'Esecutivo Ue, Margaritis Schinas, aggiungendo che "la lettera inviata dal governo greco richiede l'estensione del Master Financial Assistence Facility Agreement, che e' il termine legale per descrivere in modo complessivo l'attuale programma".
Diametralmente opposti i toni usati da Martin Jaeger, il portavoce di Wolfgang Schaeube, secondo il quale la richiesta di Atene "non corrisponde ai criteri concordati lunedi' dall'Eurogruppo", "non e' una soluzione sostanziale" ed e' "un finanziamento-ponte che non adempie pienamente alle condizioni del programma di aiuti". Nella richiesta a Bruxelles, Atene si impegna a mantenere "l'equilibrio di bilancio" nei sei mesi di estensione del programma di assistenza finanziaria. Nel frattempo partira' un negoziato per ridurre il debito e per avviare un programma a lungo termine di crescita economica. "Il governo - spiegano fonti ufficiali - non ha chiesto un'estensione del piano di salvataggio. Abbiamo inviato una proposta nel rispetto del mandato popolare, che difende la nostra dignita' sociale e che, nello stesso tempo, sia accettabile dai nostri partner". Il governo ellenico ha precisato che la richiesta di estensione non riguarda l'attuale piano di salvataggio, ma piu' genericamente degli aiuti finanziari che consentano alla Grecia piu' tempo per negoziare "senza ricatti" un nuovo accordo con l'Europa.
Inoltre il governo Tsipras chiede una riduzione del debito, che si richiama esplicitamente all'impegno del 2012 dei ministri delle Finanze europei. E include gli impegni a far fronte all'evasione fiscale e alla corruzione per combattere la "crisi umanitaria" consentendo all'economia di ripartire. Infine, giungono dichiarazioni tranquillizzanti dalla banca centrale greca: i prelievi agli sportelli sono "sotto controllo" e non ci sarebbe nessun assalto al bancomat in queste ore cruciali, ha dichiarato il governatore della banca centrale ellenica Yannis Stournaras al termine di un incontro con il vice premier Yannis Dragasakis, il quale da parte sua ha assicurato "tutto il possibile per salvaguardare e rafforzare la stabilita' del sistema finanziario" del paese. Dragasakis ha aggiunto che il suo governo non si muove "contro la Germania" ma "non fara' nulla che violi il mandato popolare".