Revoca della concessione alla società Autostrade per l’Italia oppure ingresso del fondo F2i e di Cassa depositi e prestiti in Aspi, così da diluire la presenza di Atlantia, facendole perdere di conseguenza il ruolo di socio di maggioranza affiancato a un vasto piano di investimenti, la riduzione dei pedaggi, un programma serrato di risarcimenti.
Sono le due opzioni che il governo Conte, secondo i rumors, starebbe per mettere sul tavolo di Atlantia, la società controllata dai Benetton che gestisce i business infrastrutturali del gruppo della famiglia veneta. Conte sarebbe dunque pronto a far valere anche l’ipotesi estrema, ma solo se non dovessero arrivare segnali tangibili di disponibilità a un nuovo corso da parte dei vertici Aspi.
Anche perché l’avvocato ha ben presente, scrive Repubblica, quali siano i rischi e le ripercussioni di una revoca della concessione, a cominciare dall’inevitabile contenzioso che si aprirebbe. Alla Presidenza del Consiglio si attendono l’apertura a strettissimo giro di un confronto con Autostrade per l’Italia, per illustrare appunto le conclusioni alle quali il governo è giunto. La strada stretta ma ancora percorribile è quella dunque dell’ingresso dello Stato attraverso il doppio veicolo Cdp-F2i. La Cassa di Palermo che ha anche quote di F2i farebbe da garanzia agli investimenti e alla corretta gestione della rete autostradale.
Stando a quanto filtra da fonti governative, l’intenzione è quella di chiudere la partita prima dell’inaugurazione del Ponte di Genova.
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