Economia
Stellantis negozia un aumento dei contratti italiani con CLN. La mossa di Elkann per salvare la società. Rumor
Secondo Bloomberg, Stellantis starebbe negoziando un aumento dei prezzi sui contratti italiani con CLN nell'ambito di un processo di ristrutturazione piú ampio per salvare la società torinese della famiglia Magnetto dal fallimento

John Elkann
CLN starebbe lavorando anche alla vendita di alcuni impianti in Polonia e Brasile a Stellantis e a un taglio del debito
Stellantis starebbe negoziando un aumento dei prezzi sui contratti italiani con CLN, società torinese specializzata nella distribuzione di acciaio e nella produzione di ruote e componentistica per il mercato automotive, nonchè storico fornitore del gruppo guidato da Antonio Filosa. La mossa, che porterebbe Stellantis a pagare CLN quasi il 3% in più sui suoi contratti di fornitura italiani, si inserisce nell'ambito di un processo di ristrutturazione più ampio che ha lo scopo di "salvare" il gruppo torinese della famiglia Magnetto dal fallimento. A scriverlo è l'agenzia di stampa internazionale Bloomberg che cita fonti vicine al dossier.
Ma non solo. Sempre secondo Bloomberg, CLN- che è in composizione negoziata da ottobre- starebbe anche lavorando alla vendita di alcuni impianti in Polonia e Brasile a Stellantis, oltre che a un taglio del debito. Secondo quanto riferisce Bloomberg, a inizio 2025 era stata presentata ai creditori una prima bozza di accordo, dove CLN proponeva di tagliare il suo debito garantito del 90%. L'offerta è stata però respinta dai finanziatori. Le trattative per determinare l'entità del taglio sono quindi ancora in corso, anche se entro ottobre, quando CLN terminerà una procedura di protezione dei creditori controllata da un tribunale italiano, si dovrebbe arrivare a un'intesa. Interpellate dall'agenzia di stampa internazionale, sia CLN che Stellantis non hanno voluto commentare i diversi rumor.
CLN è stata fondata dopo la seconda guerra mondiale da Mario Magnetto, la cui famiglia detiene ancora una partecipazione del 75%, mentre l'acciaieria ArcelorMittal SA possiede il resto. L'azienda torinese ha diversi impianti in Europa, Messico, Argentina, Brasile, Sud Africa e Turchia. Così come Stellantis, ha affrontato negli ultimi anni una crisi senza precedenti. Momenti di difficoltà sottolineati più volte anche dal presidente di Stellantis John Elkann che però vede nel 2025 segnali di ripresa: a marzo in udienza in Parlamento ha ribadito l'impegno del gruppo a ottenere 6 miliardi di euro di ordini dai suoi fornitori nazionali, dopo il calo della produzione del 2024.