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Economia
Baccuini: "Il turismo vale il 13% del pil ma andrebbe gestito meglio"

Baccuini: "Il turismo in Italia è un patrimonio che andrebbe gestito meglio"

Quella che è appena terminata è stata battezzata dai media come “l’estate del turismo a metà”, con gli italiani alle prese con un aumento esponenziale e poco giustificato dei prezzi a fronte di servizi immutati se non peggiorati, e costretti ad accorciare le vacanze. E non va meglio per i visitatori stranieri: se i numeri ancora reggono, sono sempre più inclini a dare ascolto al grido di allarme di giornalisti e influencer internazionali, che scrivono come l’Italia non sia più la meta dei sogni. I motivi? Disservizi in quantità, affollamento ingestibile, disorganizzazione cronica, prezzi vertiginosi e, in sintesi, una qualità dell’offerta insoddisfacente. Una Caporetto annunciata che alcuni imprenditori del settore hanno “annusato” da tempo, sempre più allarmati per la salute di un settore che in toto vale il 13% del PIL nazionale: Andrea Baccuini ha rotto gli indugi e nel suo pamphlet - "Io sono turismo. L'Italia non è una Repubblica fondata sul turismo, ma dovrebbe esserlo", Gribaudo, 192 pagine, 18,90 euro - sfida i mali del sistema, indicando idee e soluzioni per una inversione di rotta radicale. 

Baccuini, che cosa l'ha ispirata a scrivere questo libro?
Il mio libro nasce da una serie di esperienze personali e professionali che ho vissuto nel mondo del turismo e dell'ospitalità. Ho acquistato una proprietà sulle piste da sci di Courmayeur e ho creato un rifugio che mettesse al centro l'entertainment e il divertimento dei visitatori, in particolare dei giovani. A Milano vediamo che ci sono sempre più investitori e fondi come Coima Sgr e il Qatar Investment Fund, che stanno facendo crescere la città. Volevo dimostrare che l'Italia ha un enorme potenziale turistico di cui spesso si parla, ma raramente si traduce in azioni concrete.

Parla di un concetto interessante nel suo libro, quello del "turInsta". Può spiegarci meglio cosa intende con questo termine?
Il termine "turInsta" rappresenta il cambiamento radicale nel comportamento dei turisti, in particolare dei giovani. Sono veloci, opportunistici ed esteti, e gran parte del loro viaggio è condiviso attraverso i social media, in particolare Instagram. Questo comportamento ha un impatto significativo sulle scelte di viaggio e sull'esperienza del turista.

Nel libro sottolinea l'importanza di valorizzare il turismo italiano in un modo nuovo. Potrebbe approfondire questo concetto?
L'Italia è un paese con una ricca storia e patrimonio culturale. Abbiamo ereditato due imperi, quello romano e quello della Chiesa, che sono un patrimonio di bellezza straordinario. Questi imperi non si preoccupavano di vendere camere d'albergo o posti al ristorante, ma ora dobbiamo renderci conto del nostro valore e della nostra bellezza. Dobbiamo adattarci al cambiamento nel comportamento dei turisti e fornire esperienze autentiche e di alta qualità.

Parla anche delle differenze tra il turismo italiano e quello internazionale. Come possiamo bilanciare queste due realtà?
Questa è una delle sfide principali che affrontiamo. Dobbiamo decidere se vogliamo mettere a sistema il turismo italiano. Mentre il turista italiano può essere più legato alla tradizione, il turista internazionale ha spesso un potere di spesa maggiore. Dobbiamo trovare un equilibrio tra queste due realtà per massimizzare i benefici economici del turismo.

Nel libro, menziona l'importanza di rendere il turismo un vero asset per il paese. Come possiamo farlo?
La chiave sta nel cambiare il modo in cui affrontiamo il turismo in Italia. Dobbiamo rendere il turismo un'attività che genera benessere e non un costo. Ciò richiede un coinvolgimento sia da parte delle istituzioni politiche che da parte dei professionisti del settore. La politica deve capire che il turismo è un settore in cui è possibile fare soldi e deve promuovere l'innovazione e il rendimento dell'attività turistica.

Infine, quali sono le soluzioni che propone per affrontare queste sfide?
Una delle soluzioni che propongo è quella di individuare un prezzo "mondo" anziché un prezzo "Italia" per attrarre i turisti internazionali e incentivare il turismo. Inoltre, potremmo considerare l'idea di offrire incentivi fiscali ai turisti italiani per promuovere il turismo nazionale. Dobbiamo trovare un equilibrio tra quantità e qualità e garantire che chiunque visiti l'Italia abbia un'esperienza autentica e indimenticabile. Inoltre, è essenziale educare sia i turisti che gli operatori del settore a un nuovo approccio al turismo che metta al centro la bellezza e l'architettura italiane.
 

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