Eurodebito/ La Commissione Ue: "In Italia resta il rischio-contagio. Le banche sono più deboli"
Una sentenza sull'Italia che fa tremare i polsi. Secondo la Commissione Europea, il rischio contagio dall'Italia sull'Eurozona resta. Il rapporto sugli squilibri macroeconomici di Bruxelles pubblicato mercoledì e che riguarda 13 Paesi spiega infatti che "il potenziale contagio economico e finanziario al resto dell'area euro resta considerevole se le turbolenze sui mercati finanziari collegate al debito sovrano italiano si intensificheranno di nuovo". "L'alto debito italiano, come la perdita di competitività esterna e la sottostante performance produttiva stagnante continuano a essere il principale squilibrio macroeconomico identificato", aggiunge la Commissione.
Le banche italiane sono diventate più deboli, dice anche Bruxelles. "La resistenza del settore bancario italiano si è seriamente indebolita dalla metà del 2011 minando la capacità delle banche di sostenere l'attivitá economica e gli aggiustamenti", sostiene l'esecutivo Ue. Secondo quanto si legge nel rapporto, "la perdita di accesso delle banche italiane al mercato interbancario mondiale a seguito dell'espandersi all'Italia della crisi del debito sovrano dell'eurozona ha accresciuto in modo significativo la dipendenza dal rifinanziamento dell'eurosistema". Non solo: secondo la Commissione, la doppia recessione in Italia "ha aumentato il rischio del credito al settore privato, appesantendo le banche con una larga quantità di crediti in sofferenza".
L'esecutivo di Bruxelles riconosce che "alcune misure importanti sono state adottate nell'ultimo anno per affrontare questi squilibri", ma "la loro piena attuazione resta una sfida", così come c'è ancora spazio per "azioni ulteriori in molte aree". L'Italia deve fare di più per rafforzare la capacità di risanamento dell'economia italiana intervenendo soprattutto su fisco, scuola e concorrenza. Infatti l'Ue, "pur consapevole degli sforzi che sono già stati fatti dalla fine del 2011", sottolinea nel suo rapporto che sono necessarie ulteriori azioni. In particolare, si tratta di "rafforzare la concorrenza in alcuni mercati di prodotti e servizi, sviluppare un sistema fiscale più favorevole alla crescita, decentralizzare ulteriormente il livello di trattativa salariale, migliorare il sistema scolastico e l'efficienza della pubblica amministrazione".