Economia
Banche Venete, Viola tra i commissari e Intesa corre a Piazza Affari
Banche venete: Gros Pietro, debiti non a carico contribuenti
Banche Venete: Intesa corre in Borsa (+3,5%)
Intesa Sanpaolo vola in Borsa a Milano. Il titolo guadagna il 3,5% a 2,7 euro, dopo la firma del contratto per l'acquisto di alcune attivita' e passivita' di Veneto Banca e Popolare di Vicenza al prezzo simbolico di un euro
Banche Venete: via a liquidazione, Viola fra commissari
Dopo il provvedimento del Ministero dell'Economia che ha messo in liquidazione Veneto Banca e Popolare di Vicenza, la Banca d'Italia ha nominato i commissari: sono Claudio Ferrario, l'ex ad di Bpvi Fabrizio Viola e l'avvocato Giustino Di Cecco. A comporre il consiglio di sorveglianza gli avvocati Maria Elisabetta Contino, Francesco De Santis e Raffaele Lener. I Commissari liquidatori, in attuazione delle indicazioni ministeriali e con il sostegno dello Stato Italiano, hanno provveduto alla cessione di attivita' e passivita' aziendali a Intesa Sanpaolo, che e' subentrata nei rapporti della cedente con la clientela senza soluzione di continuita'. I crediti deteriorati della banca, esclusi dalla cessione, saranno successivamente trasferiti a una societa' a partecipazione pubblica, la Sga. I diritti degli azionisti e le passivita' subordinate resteranno in capo alla liquidazione: l'intervento assicura la tutela di tutti i risparmiatori e dei creditori senior. Il citato Decreto Legge prevede inoltre misure di ristoro per titolari di strumenti finanziari subordinati retail. I clienti non subiscono alcuna conseguenza da questo passaggio: gli uffici e gli sportelli della banca saranno regolarmente aperti e pienamente funzionanti; tutte le operazioni bancarie potranno essere effettuate senza variazioni, ma sotto la responsabilita' di Intesa Sanpaolo. Farbanca e Bim, che non sono state acquisite da Intesa Sanpaolo, continuano la propria operativita' in maniera ordinata, assicurando la continuita' dei rapporti in essere con la clientela.
Banche venete: Gros Pietro, debiti non a carico contribuenti
"Intesa SanPaolo prende a suo carico depositi e obbligazioni senior delle due banche venete, parliamo di circa 20-30 miliardi. Il prezzo di un euro e' un prezzo simbolico. In realta', le attivita' che noi riceviamo non sono in grado di coprire l'impegno che prendiamo". Lo sostiene, intervistato dal Gr1 il presidente di Intesa SanPaolo, Gian Maria Gros Pietro, secondo il quale la sua banca "si fa carico di crica 30 miliardi. I debiti che queste due banche hanno non vanno a carico dei contribuenti. Se ci fosse stata una risoluzione in qualche modo i costi si sarebbero potuti ribaltare o sulle banche sane, quindi di nuovo sul sistema economico, o sui contribuenti". I piccoli risparmiatori, aggiunge, "possono stare tranquilli". Per quanto riguarda gli esuberi, Gros Pietro conferma che l'obiettivo e' quello di giungere a uscite volontarie. "Questo - dice - e' il nostro obiettivo. Siamo convinti che sia possibile ricondurre l'organico a una situazione che si raggiunge senza licenziamenti imposti".
Banche venete: Intesa,asset selezionati ma 60 mln a risparmiatori
L'acquisto di Veneto Banca e Popolare di Vicenza da parte di Intesa Sanpaolo "riguarda un perimetro segregato che esclude i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute), le obbligazioni subordinate emesse, nonche' partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all'acquisizione". Lo ribadisce una nota della stessa Intesa San Paolo che tuttavia riferisce anche di un intervento dell'istituto a favore dei piccoli risparmiatori. "A titolo di ristoro per i piccoli risparmiatori detentori di obbligazioni subordinate emesse dalle due banche", si legge nella nota, "Intesa Sanpaolo stanziera' complessivamente 60 milioni di euro, che includono un importo come proprio intervento in aggiunta alla quota parte prevista del contributo del sistema bancario".
Banche venete: Intesa, contratto salta se Dl avra' problemi
Il contratto per la cessione di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza a Banca Intesa include una clausola risolutiva in caso di mancata conversione del decreto legge o se la conversione dovesse comportare modifiche piu' onerose per l'acquirente. Lo rende noto un comunicato della stessa Banca Intesa. Il contratto, si legge in una nota dell'istituto, "include una clausola risolutiva, che prevede l'inefficacia del contratto e la retrocessione alle banche in liquidazione coatta amministrativa del perimetro oggetto di acquisizione, in particolare nel caso in cui il Decreto Legge non fosse convertito in legge, ovvero fosse convertito con modifiche e/o integrazioni tali da rendere piu' onerosa per Intesa Sanpaolo l'operazione, e non fosse pienamente in vigore entro i termini di legge".
"Intesa Sanpaolo - si legge nella nota dell'istituto - ottenuta l'unanime autorizzazione da parte del Consiglio di Amministrazione, ha firmato con i commissari liquidatori di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca il contratto di acquisto, al prezzo simbolico di un euro, di certe attivita' e passivita' e certi rapporti giuridici facenti capo alle due banche. L'intervento di Intesa Sanpaolo permette di evitare i gravi riflessi sociali che sarebbero altrimenti derivati dalla procedura di liquidazione coatta amministrativa delle due banche, salvaguardando l'occupazione delle persone che vi lavorano, i risparmi affidati da circa 2 milioni di famiglie e l'attivita' di circa 200 mila imprese finanziate e conseguentemente l'occupazione di 3 milioni di persone nelle regioni che registrano la maggiore crescita economica del Paese".
"Il perimetro oggetto di acquisto - prosegue la nota - include, oltre alle attivita' e passivita' selezionate di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche il contributo delle partecipazioni in Banca Apulia S.p.A. e Banca Nuova S.p.A, in SEC Servizi S.c.p.a., in Servizi Bancari S.c.p.a. e, subordinatamente all'ottenimento delle relative autorizzazioni, nelle banche con sede in Moldavia, Croazia e Albania, e riguarda in particolare: crediti in bonis diversi da quelli ad alto rischio per circa 26,1 miliardi di euro, attivita' finanziarie per circa 8,9 miliardi di euro, attivita' fiscali per circa 1,9 miliardi di euro, debiti verso clientela per circa 25,8 miliardi di euro, obbligazioni senior per circa 11,8 miliardi di euro, raccolta indiretta per circa 23 miliardi di euro, di cui circa 10,4 miliardi di risparmio gestito, circa 900 sportelli in Italia e circa 60 all'estero, inclusa la rete di filiali in Romania, circa 9.960 persone in Italia e circa 880 all'estero. Il perimetro oggetto di acquisto comprende anche crediti in bonis ad alto rischio per circa 4 miliardi di euro, con diritto di Intesa Sanpaolo di retrocessione nel caso di rilevazione, nel periodo fino all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020, dei presupposti per classificarli come sofferenze o inadempienze probabili. Condizioni e termini del contratto, nella cornice del Decreto Legge e dei Decreti Ministeriali emanati in relazione all'operazione, garantiscono la totale neutralita' dell'acquisizione rispetto al Common Equity Tier 1 ratio e alla dividend policy del Gruppo Intesa Sanpaolo, prevedendo in particolare: un contributo pubblico cash a copertura degli impatti sui coefficienti patrimoniali, tale da determinare un Common Equity Tier 1 ratio phased-in pari al 12,5% rispetto alle attivita' ponderate per il rischio (RWA) acquistate. Il contributo, contabilizzato - sulla base del principio contabile IAS 20 come apporto al conto economico, e' pari a 3,5 miliardi di euro non sottoposti a tassazione; un ulteriore contributo pubblico cash a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all'acquisizione, che riguardano tra gli altri la chiusura di circa 600 filiali e l'applicazione del Fondo di Solidarieta' in relazione all'uscita, su base volontaria, di circa 3.900 persone del Gruppo risultante dall'acquisizione, nonche' altre misure a salvaguardia dei posti di lavoro quali il ricorso alla mobilita' territoriale e iniziative di formazione per la riqualificazione delle persone. Il contributo, anch'esso contabilizzato - sulla base del principio contabile IAS 20 - come apporto al conto economico, e' pari a 1,285 miliardi di euro non sottoposti a tassazione. Tale importo sara' accantonato in un apposito fondo, tenuto conto degli effetti fiscali correlati all'utilizzo, e risultera' quindi neutrale per l'utile netto dell'esercizio; garanzie pubbliche, per un importo corrispondente a 1,5 miliardi di euro dopo le imposte, volto alla sterilizzazione di rischi, obblighi e impegni che coinvolgessero Intesa Sanpaolo per fatti antecedenti la cessione o relativi a cespiti e rapporti non compresi nelle attivita' e passivita' trasferite. Resta fermo che le banche in liquidazione coatta amministrativa risponderanno dei danni derivanti dal contenzioso pregresso nonche' da quello relativo alla disciplina sull'acquisto di azioni proprie e/o sui servizi di investimento, ivi compreso quello promosso da soggetti che abbiano aderito, non abbiano aderito ovvero siano stati esclusi dalle cosiddette "Offerte Transattive" e dagli "Incentivi Welfare" imposte differite attive delle banche acquisite pienamente usufruibili da Intesa Sanpaolo; il diritto per Intesa Sanpaolo di modificare il perimetro dell'operazione dopo la data di esecuzione ove necessario al fine di ottenere le incondizionate approvazioni antitrust".