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Economia
ignazio visco

Anche Ignazio Visco striglia le banche: dopo lo stop imposto (attraverso referendum popolare) ai maxi bonus per i banchieri svizzeri, il governatore di Banca d'Italia chiede stamane alle banche che chiuderanno il bilancio 2012 in rosso o con indici patrimoniali inferiori ai livelli comunicati dalla Vigilanza, di non distribuire i dividendi. Non solo: per Visco la misura non dovrà venire "aggirata" attraverso aumenti dello stipendio dei "top banker" (né per la componente fissa né per quella variabile) per gli anni successivi. Semmai le banche dovranno adeguare le rettifiche di valore sui crediti al contesto economico attuale e futuro che vede una recessione prolungata in cui domina "l'incertezza sulle prospettive di ripresa della domanda interna".

La moral suasion di Via Nazionale (che in queste settimane ha mandato la Vigilanza ad ispezionare i conti di una ventina di istituti in tutta Italia) era già apparsa evidente agli operatori a febbraio, quando Visco aveva chiesto di ampliare il potere di  Banca d'Italia così da consentire, nel caso, la rimozione dei vertici bancari e lo stop ad eventuali distribuzioni di bonus in presenza di bilanci in perdita. Il primo ad adeguarsi era stato il Banco Popolare, che a inizio mese ha preannunciato come proprio 650 milioni di "ulteriori rettifiche" su prestiti in difficoltà, sollecitate dalla Banca d'Italia, potrebbero portare (assieme alle perdite su Agos, a loro volta dovute a maggiori rettifiche su crediti) ad una perdita netta di gruppo attorno ai 330 milioni di euro, precisando peraltro come il Core Tier 1 sia destinato a restare sopra al minimo del 9% fissato dall'Eba.

Pochi giorni prima un'avvisaglia era venuta anche da Banca Carige, il cui Cda a fine febbraio "in attesa dei risultati definitivi dell'esercizio 2012 e dell'aggiornamento del piano strategico a medio termine" ha approvato un piano per il rafforzamento patrimoniale dell'istituto da complessivi 800 milioni di euro "da realizzarsi, parte attraverso la cessione di taluni assets non strategici e non funzionali all'attività core del gruppo e, per la parte residua, attraverso un aumento di capitale da offrire in opzione agli azionisti." Un'esigenza, quella di rafforzare il patrimonio, che l'istituto ligure aveva motivato con la necessità di conformarsi "ai più elevati coefficienti richiesti dal nuovo quadro regolamentare, anche tenendo conto del fatto che Banca Carige rientra nel novero delle banche che saranno sottoposte alla Vigilanza Europea". Infine Banca Marche, che avrebbe dovuto approvare il bilancio 2012 lo scorso 25 febbraio, ha preferito far slittare l'approvazione alla giornata di oggi, preannunciando una perdita tra i 450 e i 500 milioni.

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