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Economia
BankItalia, Pil giù del 5,4% nel trimestre. Assist di Visco al premier Conte
(fonte Lapresse)

Le Considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia. Leggi il testo integrale

Un tonfo peggiore rispetto al 4,7% della stima preliminare del 30 aprile. L'Istat ha rivisto al ribasso il valore del prodotto interno lordo del primo trimestre del 2020, un valore che, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito del 5,3% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% (rispetto al 4,8%) nei confronti dei primi tre mesi dell'anno del 2019. Trimestre a cui, ha spiegato il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco nelle sue Considerazioni finali lette in una sala semi-vuota a Palazzo Koch che per le misure di distanziamento sociale per il Covid-19 ha ospitato solo 40 persone in platea,  "seguirà una caduta più marcata nel secondo", per "una crisi senza precedenti nella storia recente, che mette a dura prova l’organizzazione e la tenuta dell’economia e della società". 

CONSIDERAZIONI FINALI IN TEMPI DI COVID: IN POCHI A PALAZZO KOCH CON LA MASCHERINA/ Gli ospiti in sala, 40, tra i quali l'ex Presidente della Bce Mario Draghi, indossano la mascherina e i posti sono tutti distanziati. Molti salutano da lontano, ma c'è chi non riesce ad evitare la pacca sulla spalla. Presente Fabio Panetta, membro del board della Bce. Presenti, tra gli invitati, anche la presidente del Senato Elisabetta Casellati e il presidente della Camera Roberto Fico. Selezionata la platea dei banchieri: ci sono il presidente di Intesa San Paolo Gian Maria Gros-Pietro e quello di UniCredit Cesare Bisoni. Il presidente dell'Abi Antonio Patuelli e il presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini.

"Nello scenario di base la flessione dell'attività produttiva nel 2020 sarebbe pari al 9%, superiore a quella sofferta tra il 2008 e il 2013", ha aggiunto il banchiere centrale, calo che nello scenario più avverso invece sarà del 13%. I tempi e l'intensità della ripresa "che seguirà la fase di emergenza dipendono da fattori difficili da prevedere", ha affermato Visco ma, nell'ipotesi che "prosegua il contenimento dei contagi a livello nazionale e globale", nel 2021 il prodotto "recupererebbe circa metà della caduta. Nei prossimi mesi - ha aggiunto ancora il governatore - il recupero della domanda avverrà con lentezza". 

Analizzando la situazione economica legata alla diffusione dell'epidemia di coronavirus Visco ha segnalato che "le pressioni disinflazionistiche potrebbero essere forti e persistenti. Ne è un segnale - ha detto il governatore - la caduta, nei principali Paesi, delle attese di inflazione a breve e a lungo termine. La profondità della recessione potrebbe essere amplificata da nuove turbolenze sui mercati, dall'accentuarsi delle tendenze protezionistiche emerse nello scorso biennio, dal diffondersi di casi di insolvenza nelle economie in misura tale da innescare crisi sistemiche nel settore finanziario".

Secondo Visco, "il calo degli investimenti sarebbe in ogni caso particolarmente accentuato, risentendo della forte incertezza delle prospettive economiche". Un settore molto colpito dalla crisi è quello del turismo per il quale "dopo il brusco arresto indotto dall'epidemia" si prospetta "un recupero solo parziale nella seconda meta' di quest'anno e nel prossimo; la ripresa sara' soprattutto frenata dalla riduzione delle presenze straniere. Ne conseguira' un calo del saldo con l'estero del settore, tradizionalmente in forte avanzo".

Infine, ha osservato Visco, la recessione "avrà significative ripercussioni sul mercato del lavoro. La partecipazione al mercato del lavoro è caduta di quasi 300mila unita, scoraggiata dal peggioramento delle prospettive economiche e dalle limitazioni alla mobilità e alle attività produttive che persistono in alcuni settori". 

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In questo contesto, per il governatore, l’azione del Governo è stata "appropriata". L'esecutivo "si è mosso secondo le medesime priorità che hanno guidato gli interventi a livello internazionale, concentrandosi sulla capacità di risposta del settore sanitario e sugli aiuti ai lavoratori, alle famiglie, alle imprese. Tra marzo e maggio, sono state varate misure che accrescono il disavanzo pubblico di quest’anno di circa 75 miliardi, il 4,5% del prodotto". 

Ora, ha spiegato poi il numero uno della Banca d'Italia nel tracciare una road-map di interventi e di suggerimenti per le politiche economiche Palazzo Chigi, "la pandemia e la recessione aprono scenari di estrema incertezza che rendono molto difficile tratteggiare i contorni dei nuovi equilibri che si andranno a definire. L’incertezza è una ragione in più per rafforzare da subito la nostra economia".

Innanzitutto, partendo dai punti di forza, come "la posizione netta sull’estero dell’Italia" che "ha raggiunto un sostanziale equilibrio. Le condizioni finanziarie delle banche e delle imprese sono migliori oggi che nel 2007. La ricchezza netta, reale e finanziaria, delle famiglie italiane è elevata: 8,1 volte il reddito disponibile contro 7,3 nella media dell’area dell’euro. Per riportare la dinamica del prodotto intorno all’1,5% (il valore medio annuo registrato nei dieci anni precedenti la crisi finanziaria globale) servirà un incremento medio della produttività del lavoro di poco meno di un punto percentuale all’anno. Questo obiettivo richiede un forte aumento dell’accumulazione di capitale, fisico e immateriale, e una crescita dell’efficienza produttiva non dissimile da quella osservata negli altri principali Paesi europei".

Ma serve "una rottura rispetto all’esperienza storica più recente, richiede che vengano sciolti quei nodi strutturali che per troppo tempo non siamo stati capaci di allentare e che hanno assunto un peso crescente nel nuovo contesto tecnologico e di integrazione internazionale".

Infine, un assist a Chigi per l'introduzione di quell'ampia riforma fiscale che la maggioranza ha appena rimesso in cima alle proprie priorità, perché come ha spiegato mercoledì ad Affaritaliani.it la viceministra dell'Economia Laura Castelli, "non è più possibile aspettare". 

"Cio' che soprattutto ci differenzia dalle altre economia avanzate è l'incidenza dell'economia sommersa e dell'evasione che si traduce in una pressione fiscale effettiva troppo elevata per quanto rispettano pienamente le regole", ha spiegato Visco che ha invitato ad "un profondo ripensamento della struttura della tassazione, che tenga contro del rinnovamento di sistema di protezione sociale, deve porsi l'obiettivo di ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi". Per Visco "le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che derivano da evasione e sommerso si riverberano sulla capacità di crescere e di innovare delle imprese; generano rendite a scapito dell'efficienza del sistema produttivo".

"Lo spread? Discesa confortante ma gli attuali valori non sono ancora giustificati". La discesa dello spread tra il rendimento sui titoli di Stato decennali italiani e quello sui corrispondenti titoli tedeschi "nelle ultime settimane e' confortante" e "riflette l'azione della politica monetaria e le iniziative europee per il sostegno dell'attivita' produttiva e il lavoro e per il rilancio degli investimenti", ha detto ancora Visco aggiungendo che tuttavia "il differenziale è ancora quasi il doppio di quelli di Spagna e Portogallo, su valori che non trovano giustificazione nei fondamentali della nostra economia, che pure sono da consolidare e sui quali dobbiamo costruire".

"Sostenibilità del debito pubblico non in discussione ma onere resta alto". "La sostenibilità del debito pubblico non è in discussione, ma il suo elevato livello in rapporto al prodotto è alimentato dal basso potenziale di crescita del Paese e al tempo stesso ne frena l'aumento. Rispetto alla media del resto dell'area dell'euro, da noi la crescita economica è più bassa e l'onere del debito è più alto - ha detto Visco. Nella media degli ultimi cinque anni l'Italia è stato l'unico paese, con la Grecia, a presentare un divario positivo e ampio tra onere del debito e crescita dell'economia". 

"Valorizzeremo Milano, piazza finanziaria, centro di innovazione digitale". "Intendiamo valorizzare la principale piazza finanziaria del Paese, quella di Milano, quale centro di innovazione digitale di respiro europeo. In questa cittaà verrà costituito un luogo dedicato alla sperimentazione, alla selezione dei contributi di esperti e società indipendenti, italiani e internazionali, alla collaborazione con le istituzioni e le universita', al dialogo con gli operatori di mercato. I nostri sforzi - ha detto Visco - restano orientati a sostenere lo sviluppo di un'economia digitale diffusa e sicura, a dare supporto ai progetti innovativi promossi dal settore privato e ad assicurare che famiglie, imprese e amministrazioni pubbliche ne traggano il massimo beneficio".

"Indirizzare le nuove risorse su capitale umano, servizi, infrastrutture". Migliorare la pubblica amministrazione, recuperare il ritardo nelle infrastrutture e investire nel capitale umano con l'attenzione ai problemi della scuola, all'universita' e alla ricerca scientifica. Visco ha offerto la sua ricetta per colmare i ritardi dell'economia italia rispetto alle altre economie più avanzate.  Si tratta di ritardi, ha avvertito, "che non possono essere colmati con un aumento della spesa pubblica se non se ne accresce l'efficacia e se non si interviene sulla struttura dell'economia. L'azione della politica monetaria, che pure resterà a lungo straordinariamente accomodante, non potrà sostituirsi agli interventi necessari per innalzare il potenziale di crescita". L'obiettivo, ha spiegato Visco, è riportare la dinamica del prodotto intorno all'1,5% e per farlo "servira' un incremento medio della produttività del lavoro di poco meno di un punto percentuale all'anno".

Il primo punto che Visco pone è il recupero del ritardo accumulato nelle infrastrutture: "Sia quelle tradizionali, da rinnovare e rendere funzionali, sia quelle ad alto contenuto innovativo, come le reti di telecomunicazione, necessarie per sostenere la trasformazione tecnologica della nostra economia. La rete fissa a banda larga copre meno di un quarto delle famiglie, contro il 60% della media europea, con una penalizzazione particolarmente accentuata nel Mezzogiorno".

Il governatore ha citato quindi il capitale umano, uno dei suoi temi ricorrenti: "Come da troppi anni si sottolinea, va migliorata la qualità del capitale umano, affrontando i problemi di fondo del sistema scolastico, dell'università e della ricerca. Un'istruzione migliore rende di più, un paese che innova crea migliori e più diffuse opportunità di lavoro. I differenziali tra istituti e territori perpetuano e amplificano le diseguaglianze di reddito e di opportunità'". Visco ha denunciato che l'Italia sia al penultimo posto nell'Unione europea per quota di giovani tra i 25 e i 34 anni con un titolo di studio terziario, al primo per incidenza di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano". 

Visco ha ricordato come lo Stato investa nelle università "circa 8 miliardi, la metà in rapporto al Pil di quanto fanno i paesi a noi più vicini. Anche solo lo spostamento di una frazione modesta del bilancio pubblico produrrebbe un deciso miglioramento della formazione dei giovani e della capacità di produrre innovazione. Ne risulterebbe potenziata la capacità di intercettare le risorse europee destinate alla ricerca, ne trarrebbe beneficio anche il settore produttivo, che investe nella ricerca appena lo 0,9% del Pil, contro l'1,7 della media dei paesi dell'Ocse. L'assunzione di nuovi ricercatori, prevista nei più recenti provvedimenti, costituisce una significativa discontinuita' rispetto alle tendenze del passato".

Si deve puntare anche dalle occasioni che verranno dalla transizione verso un nuovo sistema economico dopo la pandemia: "Verso un'economia con minori emissioni di gas serra e piu' tecnologia digitale". Il governatore della Banca d'Italia ha ricordato che le risorse pubbliche necessarie per finanziare tutti questi interventi, e favorire un impiego produttivo di quelle private, possono venire da una ricomposizione del bilancio pubblico, da un recupero di base imponibile e da una riduzione del premio per il rischio sui titoli di Stato, da un uso pragmatico e accorto dei fondi europei. 

"Recovery fund interesse di tutti, passo verso il completamento del disegno europeo". Il Recovery fund proposto dalla Commissione Europea "sarebbe il primo passo verso un'unione di bilancio e il completamento del disegno europeo". Per Visco "abbracciare con convinzione questa idea, per disegnarla compiutamente e pianificarne l'attuazione, è una necessita' non derogabile". Secondo Visco "un impegno unitario è nell'interesse di tutti: le drammatiche circostanze di oggi rafforzano le ragioni dello stare insieme, spingono a perseguire un progetto che mobiliti risorse a sostegno di una crescita inclusiva e sostenibile.

Il governatore ha ricordato che i fondi europei non potranno mai essere 'gratuiti': il debito europeo e' debito di tutti e l'Italia contribuira' sempre in misura importante al finanziamento delle iniziative comunitarie, perchè è la terza economia dell'Unione. Ma un'azione comune, forte e coordinata potra' proteggere e contribuire a rilanciare la capacita' produttiva e l'occupazione in tutta l'economia europea". 

Visco ha aggiunto che "nel prendere parte alla strategia europea che si va delineando l'Italia è chiamata a uno straordinario sforzo, tecnico e di progettazione, per sfruttare le opportunita' offerte meglio di quanto non abbia fatto negli ultimi decenni con i programmi dell'Unione".

Secondo il governatore seguendo un percorso tracciato insieme con i nostri partner verso un'economia innovativa e più sostenibile, vedremmo rafforzata la possibilità di ritrovare la via dello sviluppo; contribuiremmo a ridefinire in una direzione di giustizia ed efficienza il modello economico e sociale da cui dipende indissolubilmente il benessere di tutti i popoli europei".

 

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