Bce rivede le stime: Pil Europa in calo dello 0,4%. Priorità al lavoro
Dalla 'Survey Of Professional Forecasters (Spe)' trimestrale della Bce (che coinvolge 453 previsori non facenti parte dello staff di esperti della Bce) e' emersa la previsione di un calo dello 0,4% del Pil dell'Eurozona del 2013, seguito da una crescita dell'1% nel 2014. Si tratta di un peggioramento rispetto alle stime del primo trimestre, quando il Pil dell'Eurozona era visto invariato nel 2013 e in crescita dell'1,1% nel 2014. Il tasso di disoccupazione e' visto al 12,3% nel 2013 e al 12,2% nel 2014. Anche in questo caso si tratta di un peggioramento rispetto alle stime del primo trimestre (12,1% nel 2013 e 11,9% nel 2014).
E' fondamentale che i governi intensifichino l'attuazione delle riforme strutturali a livello nazionale, basandosi sui progressi compiuti nel risanamento dei conti pubblici e proseguendo le ricapitalizzazioni bancarie ove necessario, afferma la Bce.
Gli esperti ritengono che "il futuro meccanismo di vigilanza unico e il meccanismo di risoluzione unico rappresentano elementi di importanza cruciale per una rinnovata integrazione del sistema bancario e quindi richiedono una rapida attuazione". Lo si legge nel bollettino mensile di Francoforte.
Paesi come Italia, Grecia, Portogallo e Spagna "si contraddistinguono per un potenziale di crescita assai basso e, al tempo stesso, da livelli di debito che il piu' delle volte superano significativamente la media dell'area dell'euro". E tali condizioni rendono "particolarmente difficile ridurre rapidamente i livelli di debito", soprattutto a causa degli elevati spread.(
La riforma del mercato del lavoro in atto in Italia - cosi' come i provvedimenti adottati nello stesso campo da Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna - contempla "alcuni importanti provvedimenti volti ad accrescere la flessibilita' delle strutture di negoziazione salariale e degli orari di lavoro, e a ridurre un'eccessiva tutela del posto di lavoro". "Esse rappresentano i primi passi verso il miglioramento delle dinamiche del mercato del lavoro e della competitivita' in questi paesi, e nell'area dell'euro nel suo insieme".
"In Italia la competitivita' di costo (del lavoro, ndr) non e' migliorata dal 2008". La Bce rileva che in alcuni paesi europei dal 2008 "e' in atto un processo di aggiustamento della competitivita', dove in precedenza i costi del lavoro erano andati aumentando in modo persistente e sugnificativo e ritmi superiori a quelli medi europei". In Irlanda, Spagna e Portogallo il "maggiore contributo alla migliorata competitivita'in termini di costo del lavoro e' provenuto dall'aumento della produttivita' media".