Bitcoin, la rivoluzione raccontata ad Affaritaliani.it da due grandi hacker
Bitcoin e blockchain, la svolta. Trema il sistema bancario e tremano gli stati. Lo raccontano ad Affaritaliani.it gli hacker Marco Crotta e Roberto Preatoni
"Il Bitcoin è la prima moneta digitale affidabile e soprattutto funzionante. Si differenzia dagli altri tentativi fallimentari fatti in passato, perché mancava quel sottostrato tencologico perfettamente funzionante che è la Blockchain. Una nuova invenzione destinata a cambiare molte delle cose che facciamo e il modo stesso in cui ci relazioniamo tra di noi e con i soldi".
Il Bitcoin, insomma, rivoluzionerà le nostre vite, proprio come ha fatto Internet. Lo raccontano, in una videointervista al direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino, Marco Crotta, fondatore di Blockchain Caffè, e Roberto Preatoni, il più famoso hacker italiano e già collaboratore di Affari sui temi della tecnologia e della politica estera.
Presto il debutto su Affaritaliani.it della rubrica che porterà la loro firma e che racconterà il nuovo mondo del Bitcoin e della moneta virtuale, il cui titolo potrebbe essere "Criptoaffari".
Ma che cosa succede esattamente con il Bitcoin? Come funziona questa alternativa all'euro? Ci si può fidare?
"Ci si può fidare molto di più rispetto alla moneta tradizionale", risponde Crotta. "Molti hacker hanno provato a dannegiare il Bitcoin negli ultimi 10 anni ma non ci sono riusciti. Anzi la blockchain elimina la questione di dover dare fiducia alla banca, alla Fed o ad altri enti. Qui si conta sulla matematica e sulla crittografia, le cose più certe e garantite che esistano al mondo".
"Il Bitcoin elimina anche la necessità della tutela del deposito - prosegue Preatoni -. Normalmente serve una banca con i conti corrente per tenere in deposito i quattrini dei clienti, con possibili brutte sorprese come il bail-in. Ovvero, quando la banca fallisce i correntisti vengono chiamati a partecipare in concordato con l'istituto bancario al ritiramento di questa situazione. Nel caso del Bitcoin, invece, questo non è possibile, perché il possesso non è certificato da un ente e il deposito non è un deposito fisico. Neanche quello della banca effettivamente lo è, ma fisicamente i denari dei correntisti sono allocati presso quella banca. Nel caso del Bitcoin invece tutta l'infrastruttura economico-finanziaria del Bitcoin è scritta dentro la Blockchain, che è un sottostante tencologico distribuito, gestito da nessuno e da tutti. Quindi non c'è una mente privilegiata che gestisce la Blockhain, non c'è una gerarchia. E' la democratizzazione dell'economia della finanza e del possesso".
Guarda la videointervista del direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino a Marco Crotta, fondatore di Blockchain Caffè, e Roberto Preatoni, noto hacker italiano e collaboratore di Affaritaliani.it sui temi della tecnologia e della politica estera.