Economia
Bonus Casa 2026, verso una nuova stagione di incentivi: i commenti degli esperti
Preservare le misure più efficaci per l’efficientamento del patrimonio immobiliare, ma al tempo stesso ricondurre il sistema a un equilibrio stabile

Bonus Casa 2026, verso una nuova stagione di incentivi: i commenti degli esperti
Con la Manovra 2026 si apre una nuova fase per il sistema delle agevolazioni edilizie. Dopo un decennio segnato da politiche di stimolo, dal Superbonus al Bonus Ristrutturazioni, il Governo punta ora a un riordino complessivo del quadro, orientato alla sostenibilità finanziaria e alla certezza normativa. L’obiettivo è duplice: preservare le misure più efficaci per l’efficientamento del patrimonio immobiliare, ma al tempo stesso ricondurre il sistema a un equilibrio stabile, riducendo progressivamente le aliquote e rafforzando i controlli.
Come osserva Raffaele Di Capua, fondatore dello studio Di Capua & Partners, “con la prossima Legge di Bilancio 2026, i bonus casa si assesteranno — salvo modifiche in Parlamento — al 50% sulla prima casa e al 36% sulle seconde, con ulteriore riduzione rinviata al 2027. Per i contribuenti la vera discriminante sarà la corretta titolarità e la destinazione dell’immobile, insieme al rispetto dello ‘stato legittimo’ e del titolo edilizio (CILA/SCIA). Restano imprescindibili il bonifico parlante, il tetto a 96.000 euro e l’invio ENEA per l’Ecobonus: adempimenti spesso sottovalutati che, se trascurati, possono far perdere la detrazione.”
Il nuovo impianto normativo segna, di fatto, il passaggio a una disciplina più strutturata, in cui la conformità urbanistica, la regolarità documentale e la tracciabilità delle operazioni diventano condizioni imprescindibili per accedere ai benefici fiscali. Un cambiamento che, inevitabilmente, avrà riflessi sull’intero comparto edilizio: dai proprietari agli operatori professionali, fino alle imprese della filiera.
Alberto Rigotto, founding partner di Mint Solutions, evidenzia infatti come la riduzione degli incentivi possa incidere sull’intera filiera, imponendo un approccio più rigoroso e trasparente nella gestione dei lavori. “La riduzione delle agevolazioni avrà effetti tangibili su tutti i soggetti coinvolti nella filiera edilizia: dai proprietari per i quali interventi saranno meno accessibili, ai professionisti chiamati a garantire la conformità urbanistica e catastale spesso trascurata in passato, fino alle imprese costruttrici e i loro fornitori che saranno chiamati ad adattarsi a una domanda più selettiva, operando con maggiore rigore contrattuale e gestionale. Il comparto edilizio rischia una contrazione economica, soprattutto per quelle realtà che si sono specializzate nell’ambito dei bonus, in un mercato che progressivamente perde la spinta incentivante.
Gli adempimenti burocratici, spesso percepiti come meri formalismi, assumono oggi un ruolo centrale. Tra i principali: pagamenti tracciabili tramite bonifico parlante; comunicazione preventiva all’ASL, ove prevista; trasmissione delle informazioni all’ENEA per gli interventi energetici; indicazione dei contratti collettivi nell’atto di affidamento; titoli abilitativi edilizi (CILA, SCIA, concessioni), verifica del DURC di congruità. L’osservanza scrupolosa di tali requisiti non è più un’opzione: rappresenta la condizione imprescindibile per accedere ai benefici fiscali. In tema di bonus casa, la forma è diventata sostanza”.
Sul piano economico e operativo, anche Macos S.r.l. richiama l’esigenza di garantire stabilità normativa e chiarezza nelle procedure, elementi decisivi per non rallentare il processo di riqualificazione del patrimonio edilizio. Commenta il fondatore Marius Neagu, “la revisione delle aliquote dei bonus casa rappresenta un passaggio delicato per l’intero comparto edilizio: pur mantenendo incentivi importanti (50% e 36%), la loro progressiva riduzione rischia di rallentare gli investimenti, soprattutto in ambito residenziale. Sarà quindi fondamentale garantire stabilità normativa e chiarezza sulle tempistiche, evitando i repentini cambiamenti che negli ultimi anni hanno generato incertezza nel settore.
Dal punto di vista operativo, la conformità urbanistica e documentale assume un ruolo sempre più centrale: la corretta gestione delle pratiche edilizie e delle attestazioni tecniche sarà essenziale per non compromettere l’accesso alle agevolazioni. Consideriamo comunque questa fase un’opportunità per spingere verso interventi di riqualificazione sostenibile, purché supportati da regole durature e da una pianificazione chiara nel tempo”.
Infine, sul fronte dell’energia e della sostenibilità, Alessandro Azzoni, founder di Prometeo Stufe, sottolinea come la revisione del Bonus Casa possa rappresentare un’occasione per orientare gli investimenti verso tecnologie più efficienti e a basse emissioni. “Il Bonus Casa, insieme al Conto Termico, rappresentano un’opportunità concreta per rendere accessibile la transizione verso un’abitazione più efficiente e sostenibile.
Oggi investire in un impianto a biomassa significa scegliere un calore intelligente e rinnovabile, capace di ridurre i consumi e migliorare il comfort abitativo. In particolare, con l’arrivo del Conto Termico 3.0, ci aspettiamo una spinta ulteriore verso sistemi più efficienti, a basse emissioni e pienamente integrabili con le nuove architetture abitative. Un incentivo immediato e concreto che sostiene chi decide di portare dentro la propria abitazione energia pulita, senza rinunciare al fascino e alla tradizione del fuoco”.
